‘Dopo che la legislatura si era aperta nel segno dell’immobilismo, perché si è cambiato Governo e la palude aveva bloccato l’azione dell’esecutivo, quest’anno, grazie a ciascuno di voi, ha visto una svolta impressionante”, dice Matteo Renzi in una lettera inviata ai parlamentari prima delle vacanze, ringraziandoli del lavoro straordinario fatto. Siete voi il cambiamento che l’Italia stava aspettando. Tutti ci dicevano che sarebbe stato impossibile rimettere in piedi questo Paese. Noi stiamo dimostrando che non lo era”, continua Matteo Renzi rivolgendosi ai parlamentari di maggioranza. Abbiamo molto da fare, ma l’auto si è rimessa in moto e adesso tocca a noi guidarla, con prudenza ma anche con determinazione, verso il futuro che la sta già aspettando. I futuro dei nostri figli è nelle nostre mani, care parlamentari, cari parlamentari. Per un decennio ci hanno raccontato che l’Italia era finita, spacciata, esaurita. E ancora oggi nel racconto comune a tutte le opposizioni va tutto male, c’è solo crisi, il Paese è a rotoli. Non è così, naturalmente. Possiamo fare come fanno i nostri oppositori, urlare soltanto, abbaiare alla luna, gridare nei talk show. Oppure, rimboccarci le maniche, non cedere al piagnisteo e cambiare ciò che va cambiato, restituendo fiducia e trasmettendo speranza. Alla ripresa ci sarà da correre ancora più forte per completare le riforme. A settembre si riprenderà da legge di stabilità e dal mettere la parola fine alla lunga stagione delle riforme costituzionali in attesa del referendum del 2016. Non sarà facile, perché niente è facile in Italia. Ma sarà entusiasmante. L’Italia non è più il problema dell’Europa ma contribuisce a risolvere i problemi dell’Europa, e la comunicazione sulla flessibilità permette margini di manovra fino a un punto di Pil, e la recente vicenda greca ci ha visto come protagonisti di una mediazione cruciale per la Grecia ma forse anche per l’intera area Euro. Dopo undici trimestri negativi il Pil è tornato a crescere. Il turismo cresce soprattutto al sud. Gli investimenti diretti esteri nel 2014 crollano in Europa (-17%) e aumentano in Italia (+31%) segno che il nostro Paese è finalmente di nuovo attrattivo. I consumi tornano finalmente a crescere, i posti di lavoro aumentano anche se ancora non con l’intensità che vorremmo, i mutui e i movimenti bancari dimostrano che la ripresa non è una chimera. Detta in modo semplice, l’Italia sta meglio di un anno fa, analizza Renzi. Il premier è un fiume in piena e, nel rivolgersi ai suoi collaboratori, ricorda che, quando ha assunto la guida del Paese, la legislatura era vittima di un forte ‘immobilismo’, causato da tutti coloro che non volevano le riforme. Con l’impegno e con il lavoro di tutti, però, è stato possibile far partire la macchina delle riforme, portate a termine grazie alla fiducia e al sostegno della maggioranza che ha sempre creduto in lui. Il leader del Pd nella lunga lettera si complimenta del lavoro svolto, elencando le riforme fatte dal Parlamento visto che a fine settimana i lavori dell’Aula saranno sospesi per almeno due settimane. In particolare, nell’elencare le priorità del Governo e i settori su cui dovrà intervenire, parla anche di opere pubbliche da sbloccare. Renzi è, comunque, in pieno scontro con la minoranza del partito e confida nella direzione Pd, convocata per domani per dare corso a ‘posizioni e chiarimenti’, e spera nella pausa estiva perché qualcuno riveda le sue posizioni. Se così non fosse, sta comunque preparando una stretta sulla dissidenza a Montecitorio e Palazzo Madama. Renzi, come si diceva, ha ricordato nella sua lettera le varie riforma approvate, dalla legge elettorale al Jobs act, dalla riforma della scuola, alla riforma della pubblica amministrazione, dalla riduzione delle tasse con gli 80 euro e alla riduzione della componente lavoro dall’Irap. In realtà sono stati questi stessi provvedimenti ad aver portato i rapporti con l’opposizione all’interno del partito ai minimi storici.
Cocis