Via libera del Senato sui fallimenti d’impresa

Il Senato ha approvato la questione di fiducia posta dal Governo sul decreto legge sui fallimenti nel testo già approvato dalla Camera. Il provvedimento, che ha così ricevuto il via libera definitivo, contiene anche alcune delle norme originariamente contenute nel Dl Ilva-Fincantieri. Nella votazione si sono registrati 159 voti favorevoli e 104 contrari. Ancora un voto di fiducia dunque, il n. 44 del governo Renzi, nell’ultimo giorno di lavoro del Senato, che oggi si appresta a ‘chiudere’ per la consueta pausa estiva. I lavori, infatti, riprenderanno martedì 8 settembre. Il decreto n. 83/2015, già approvato dalla Camera il 24 luglio scorso, prevede norme per l’accesso al credito facilitato per permettere il risanamento delle imprese in crisi, misure per migliorare la concorrenza nel concordato preventivo e nuovi parametri per gli accordi per la ristrutturazione del debito, che potranno essere sottoscritti se vi aderisce il 75% dei creditori finanziari (banche e altri intermediari) che rappresentano almeno la metà dell’indebitamento. Il provvedimento dispone anche lo stop alla soppressione di sezioni distaccate dei Tar e il taglio delle ferie, Alle piccole e medie imprese sono indirizzate due delle modifiche più incisive della Legge fallimentare: la previsione di una percentuale di soddisfazione minima, il 20 per cento, dei creditori chirografari nei piani di concordato preventivo liquidatori, e poi la cancellazione del silenzio assenso nel calcolo delle maggioranze utili a fare passare i piani di concordato. Cambiamenti in grado di riequilibrare una legislazione sulle crisi d’impresa assai sbilanciata negli anni nella tutela dell’impresa in crisi, a volte anche a danno delle aziende che con questa intrattengono rapporti commerciali. Sul versante dell’organizzazione giudiziaria si definisce il percorso di riqualificazione del personale amministrativo e si confermano temporaneamente i distacchi del personale degli enti locali per fare funzionare gli uffici giudiziari anche se i costi passeranno direttamente in carico al ministero della Giustizia. Inserite ancora regole per favorire l’applicazione di temporanea di magistrati con l’obiettivo di rendere più rapida la trattazione dei procedimenti in materia di immigrazione. Spazio poi a un temperamento delle norme sul pensionamento dei magistrati: gli over 72 saranno comunque collocati a riposo, ma chi deve ancora compiere i 72 anni potrà contare su uno ancora, il 2016, di servizio. Viene poi stabilito un credito d’imposta fino a 250 euro per incentivare il successo di negoziazioni e arbitrati. La misura è per ora introdotta in via sperimentale e fino alla capienza di un budget iniziale di 5 milioni. Infine è stata innestata nel decreto, per favorirne una rapida entrata in vigore, la norma salva Ilva, dove verrà sterilizzato l’effetto di un provvedimento di sequestro disposto dalla magistratura per violazione delle norme ambientali nelle aziende di rilevanza nazionale.

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