La Grecia e i suoi creditori hanno raggiunto un accordo sul terzo bailout dopo negoziati durati tutta la notte. Lo affermano fonti del governo ellenico, citate in un tweet del sito Ekathimerini. Raggiunto l’accordo rimangono solo piccoli dettagli da definire. L’accordo è stato raggiunto poco dopo le 8 del mattino al termine di una maratona negoziale iniziata ieri mattina. ‘Siamo molto vicini, rimangono un paio di piccolissimi dettagli sulle misure prioritarie’, ha detto il ministro greco delle Finanze Euclid Tsakalotos uscendo dall’Hilton di Atene dove si sono svolte le trattative. A quanto scrive Ekathimerini, l’intesa prevede da parte greca l’attuazione immediata di 35 azioni prioritarie. Fra queste vi sono la revisione sulla tassa sul tonnellaggio delle navi, la riduzione del prezzo dei farmaci generici, una revisione del sistema del welfare, il rafforzamento della Sdoe (equivalente greco della guardia di Finanza), lo scaglionamento delle pensioni anticipate, la cancellazione dei benefici fiscali per le isole entro la fine del 2016, l’attuazione delle riforme di mercato proposte dall’Ocse, la liberalizzazione del mercato dell’energia e la prosecuzione del programma di privatizzazione. Una volta finalizzato, l’accordo dovrebbe essere approvato giovedì dal parlamento greco. A questo punto l’eurogruppo potrebbe dare il via libera venerdì. Seguirà poi il voto di alcuni degli altri parlamenti dei Paesi dell’eurozona. Il quartetto Ue-Bce-Fmi-Esm con il governo greco, ha dato una netta accelerazione nel weekend al negoziato per un salvataggio che ora il Fmi valuterebbe, come detto in quasi 90 miliardi di euro ed è il terzo intervento per Atene in cinque anni e ben oltre gli 80 miliardi preventivati inizialmente. L’approvazione di una bozza di accordo consentirebbe al Parlamento greco un’approvazione veloce, seguita da altri voti dei legislatori in alcuni paesi, a partire dalla Germania e dalla Finlandia. I ministri delle Finanze dell’Eurozona sono pronti a riunirsi venerdì se la bozza sarà adottata. Atene ha bisogno disperato di almeno 20 miliardi di euro per far fronte a oltre tre miliardi dovuti alla Bce il 20 agosto e iniziare a ricapitalizzare le banche, messe al tappeto dalla fuga dei depositi e con il sistema banca-impresa bloccato da misure restrittive sulla libertà di movimento dei capitali. L’alternativa è un prestito-ponte da cinque miliardi, che darebbe tempo al negoziato ma farebbe slittare ulteriormente il dossier-banche. L’accordo sugli obiettivi finanziari è un primo passo importante verso un’intesa globale sul terzo pacchetto di aiuti alla Grecia, per un valore di almeno 82 miliardi di euro, che Atene sta negoziando con i suoi creditori (Ue, Bce e Fmi) nell’ambito del meccanismo europeo di stabilità e la trattativa è in corso da più di due settimane nella capitale greca con le parti sperano di raggiungere un accordo molto rapidamente, forse già oggi. L’intesa raggiunta prevede che la Grecia registri nel 2015 un deficit primario (saldo di bilancio, esclusi i pagamenti di debito) pari allo 0,25% del Pil, nel 2016 un avanzo primario dello 0,5% del Pil, dell’1,75% nel 2017 e del 3,5% nel 2018.
Cocis