‘Tutta Roma oggi se deve inchinà’, grida come sfida una gitana mentre la carrozza nera del ‘re’ dei Casamonica fa il suo ingresso in piazza San Giovanni Bosco, periferia Nord della Capitale, poco distante dalla stazione di Cinecittà. Il funerale show di Vittorio Casamonica a Roma, in stile ‘Il Padrino’, diventa un caso politico. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha chiesto una dettagliata relazione del funerale al prefetto Franco Gabrielli. Vittorio Casamonica, 65 anni, uno dei maggiorenti dell’omonimo clan che viene ritenuto responsabile di attività illecite come usura, racket e traffico di stupefacenti nell’area sud est della città, è stato omaggiato con una carrozza antica trainata da sei cavalli neri, petali di rose lanciati da un elicottero, manifesti e note del film ‘Il padrino’ al termine del rito religioso celebrato nella Basilica di San Giovanni Bosco a Cinecittà. Il feretro era arrivato su una carrozza nera con bassorilievi dorati. Ad accoglierlo, all’ esterno, un’orchestra che ha suonato la canzone del celebre film di Francis Ford Coppola interpretato da Marlon Brando. Sulla bara un’immagine di padre Pio. Il Clan dei Casamonica prende origine dalle famiglie Casamonica e Di Silvio, famiglie di rom stanziali originari dell’Abruzzo e giunti da Pescara nella Capitale negli anni settanta. Il gruppo è costituito principalmente dai membri di queste famiglie, con imparentamenti con altre dinastie italo-rom. I capisaldi tradizionali del clan sono le zone nella periferia sud-est della capitale: Romanina, Anagnina, Porta Furba, Tuscolano e più giù, verso sud, fino a Frascati e Monte Compatri. Secondo la Direzione Investigativa Antimafia è la struttura criminale più potente e radicata del Lazio con un patrimonio stimato di 90 milioni di euro. Secondo un censimento della squadra mobile di Roma, il clan è composto da almeno un migliaio di affiliati. Il clan è presente, come dicevamo, in molti settori commerciali ed economici, tra cui edilizia e immobiliare, gestione di ristorazioni e stabilimenti balneari, investimento di capitale in società. Le attività illegali in cui è coinvolto il clan sono l’usura con interessi dal 200% al 300%, ,, traffico di stupefacenti nei paesi comunitari di Germania, Spagna, Paesi Bassi e Italia con influenza su elezioni comunali nel Lazio e sul sistema politico a livello regionale, gestione di eventi festivi e non nel litorale capitolino. Nel 2010 viene scoperto un sodalizio tra Pietro D’Ardes, Rocco Casamonica e affiliati alla ‘Ndrangheta dei Piromalli-Molè e Alvaro per il riciclaggio dei proventi illeciti e costituzione di società per la partecipazione ad appalti pubblici. Alla vigilia delle elezioni comunali di Roma del Maggio / Giugno 2013 viene pubblicata su alcuni giornali nazionali e regionali una foto che riprenderebbe il candidato e sindaco uscente Gianni Alemanno con Luciano Casamonica, incensurato ma ritenuto uno dei boss del clan. La foto fu scattata nel settembre 2010 durante una cena nel centro di accoglienza Baobab, cena organizzata da alcune cooperative sociali impegnate nell’inserimento di detenuti e persone svantaggiate. La foto fu usata tramite i media da molti esponenti politici di sinistra, compreso il concorrente alla carica di sindaco Ignazio Marino, per criticare Alemanno, il quale pochi giorni dopo la pubblicazione di vari articoli di critica diffuse un comunicato chiarendo che a quella cena erano presenti anche l’ex capogruppo del PD Umberto Marroni con suo padre Angiolo, garante dei detenuti della Regione Lazio, e Daniele Ozzimo, consigliere capitolino del Pd, Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro del Governo Renzi, allora Presidente nazionale della LegaCoop. E’ quindi bufera sul funerale-show con il mondo politico allarmato dai segnali mafiosi, interpretati come una sfida allo Stato. ‘Roma sfregiata, fatto inquietante’, hanno attaccato dal Pd mentre Sel ha investito del caso il Parlamento chiedendo al ministro Alfano spiegazioni sull’aspetto legale della vicenda, chi è stato il regista dell’operazione, chi ha concesso le autorizzazioni. Preoccupato anche il sindaco Marino che ha chiamato il Prefetto perché siano condotti accertamenti con estremo rigore. Esequie da fiaba, con carrozza d’epoca trainata da 6 cavalli con il pennacchio nero, 12 Suv e limousine, il tutto coronato da una cascata di petali di rosa piovuti dal cielo con la partecipazione straordinaria di un elicottero privato. Un set cinematografico a tutti gli effetti la cui sapiente regia è rimasta nell’ombra, sconosciuta addirittura al prete che ha celebrato la messa che alla richiesta di spiegazioni è caduto dalle nuvole. Le sue competenze, come hanno spiegato anche dal vicariato, sono circoscritte a quanto accade all’interno della chiesa. Non all’esterno, dove l’anonimo scenografo aveva posizionato gigantografie del malavitoso e dato il via a musiche evocative. ‘Roma trasformata in un set del padrino è uno sfregio’, ha attaccato il commissario romano Matteo Orfini. Quanto accaduto è una offesa a Roma e dimostra che la mafia a Roma esiste, ha affermato il vicesindaco Marco Causi. Considerazioni condivise da Rosy Bindi presidente della commissione Antimafia, allarmata dal clima di consenso che ha accompagnato una simile messinscena. Preoccupato anche Don Luigi Ciotti per il quale a maggior ragione dopo la scomunica di Papa Francesco dei mafiosi è compito della Chiesa denunciare e ribadire che non può esserci compatibilità fra la violenza mafiosa e il Vangelo. ‘Hai conquistato Roma, ora conquista il paradiso’ e ‘Vittorio Casamonica re di Roma’ recitavano alcuni manifesti apparsi davanti la parrocchia che lo ritraevano a mezzo busto con una corona in testa, il Colosseo e il cupolone sullo sfondo. Dopo la funzione, la bara è stata trasportata in una Rolls-Royce mentre la banda musicale ha suonato la colonna sonora di un altro celebre film ‘2001 odissea nello spazio’.
Cocis
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