ROMA. Via le tasse sulla prima casa, su terreni agricoli e sui macchinari. Ma anche alleviamento della povertà, stimolo all’occupazione e via dicendo. Sono solo alcuni dei punti ambiziosi contenuti nella nota di aggiornamento del Def 2015, in cui vengono presentati i punti d’azione dell’Esecutivo per il 2016. Renzi & Co potranno inoltre contare su 17,9 miliardi, ossia l’importo massimo che il governo italiano ritiene di poter chiedere utilizzando la flessibilità Ue per riforme e investimenti (compresi 3,3 miliardi per l’emergenza immigrazione).
“L’alleggerimento del carico fiscale su famiglie e imprese già operato nel 2014 e 2015 – si legge nella nota d’aggiornamento – verrà seguito nel 2016 da una riduzione del carico fiscale su prima casa, terreni agricoli e macchinari cosiddetti ‘imbullonati’. Il processo di alleggerimento del carico fiscale continuerà nel 2017 con un taglio dell’imposizione sugli utili d’impresa, onde maggiormente allineare l’Italia con gli standard europei”. Quanto agli investimenti, prosegue la nota, “sono allo studio incentivi volti a far si che sia il settore privato e non solo quello pubblico a rendersi protagonista di quella ripresa dell’accumulazione di capitale che è essenziale per accrescere il potenziale di crescita e innovatività dell’economia Italiana”.
Torna a scendere la pressione fiscale dopo molti anni, passando dal 43,1% del 2014 e del 2015 al 42,6% previsto per il 2016 dal governo nel quadro tendenziale dell’aggiornamento del Def che considera sia la disattivazione delle clausole di salvaguardia previste per il prossimo anno, sia il bonus di 80 euro. Il calo prosegue anche negli anni successivi: 42,3% nel 2017, 42,2% nel 2018, 41,9% nel 2019. Scende anche il tasso di disoccupazione dal 12,7% del 2014 al 12,2%, per calare sotto la soglia del 12% nel 2016 (11,9%). Buone notizie anche dalla lotto all’evasione da cui l’Esecutivo conta di incassare quest’anno quasi 12 miliardi. Comunque, il 2016 si chiuderà con una crescita del Pil dell’1,6% e un rapporto deficit/Pil programmatico del 2,2%. Ad aprile le stime del governo indicavano una crescita dell’1,4% e un deficit/Pil programmatico dell’1,8%.
“Questo è il momento in cui tutti insieme dobbiamo spingere con ancora più determinazione perché l’oggettiva ripresa è partita in Italia grazie ai provvedimenti e le riforme. Nel 2015 abbiamo svoltato, nel 2016 acceleriamo”. E’ il commento di Matteo Renzi, secondo cui “oggi molti indicatori dicono che l’Italia è ripartita e il Def non può che fotografare lo stato dell’arte, una crescita più alta, +0,9%” per il 2015″.
Soddisfatto anche il ministro dell’Economia che evidenzia al termine del Cdm come dall’anno prossimo il debito “comincerà a scendere”. Poi promette: “meno tasse nella legge stabilità, con il disinnesco delle clausole di salvaguardia, e quindi un un sostegno alla domanda interna per una crescita trainata dalla domanda delle famiglie.
Alessandro Moschini