La Francia vuole avviare una inchiesta europea dopo lo scandalo Volkswagen sui falsi dati di Co2 emessa negli Usa. “Serve un’inchiesta europea su tutti i costruttori, compresi quelli francesi per rassicurare i cittadini”, ha detto il Ministro delle Finanze francese, Michel Sapin. Anche in Germania vengono chiesti chiarimenti. Il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ha sollecitato veloci spiegazioni “sulla quantità dei dati che sono stati influenzati tecnicamente”. La voglia di chiarimenti comunque si sta espandendo a macchia d’olio: in Australia il dipartimento del governo che gestisce le verifiche ambientali ha chiesto alla Volkswagen se anche i veicoli venduti nel paese siano equipaggiati con il software ‘civetta’ scoperto negli Stati Uniti. Ma non si sta mobilitando solo l’Europa. Anche la Corea del sud vuole vederci meglio. I rappresentanti coreani della Volkswagen sono stati convocati dal governo di Seul per parlare dei controlli sulle emissioni dei loro veicoli. “Abbiamo convocato rappresentanti e ingegneri della Volkswagen a una riunione al ministero mercoledì pomeriggio”, ha spiegato una fonte del ministero. Intanto oggi c’è stato un nuovo affondo per la Volkswagen in borsa. Il titolo cede a Francoforte il 5,42% a 126,35 euro, facendo affondare anche altri titoli automobilistici: Peugeot (-5%), Renault (-4,8%), Fca (-4,3%), Bmw (-4,2%) e Daimler (-3,72%).
La vicenda:
La casa automobilistica tedesca ieri ha ammesso di aver violato le norme antismog in Usa, utilizzando un sofisticatissimo software per aggirare i dati sulle emissioni antismog sul mercato americano. Risultato: affondo pesante in borsa (-22% sul listino di Francoforte). Si tratta del crollo più forte mai registrato dal 2008, e il costo per i soci del colosso dell’auto tedesca alla fine è stato di circa 12,9 miliardi. Uno scandalo, questo, che ha portato alla Volkswagen sia perdite economiche, sia perdite di immagine e credibilità. Sono stati infatti tanti i tedeschi esterrefatti nell’apprendere la notizia (non sono molto abituati a questi scandali, fosse successo in Italia probabilmente non avrebbe fatto né caldo né freddo). Comunque nella serata di ieri sono arrivate le scuse dell’Ad Martin Winterkorn: “Sono personalmente desolato – ha detto – di aver deluso la fiducia dei nostri clienti e quella dell’opinione pubblica”. Grazie alla collaborazione mostrata da Winterkorn, potrebbe venir ridotta l’importo della sanzione (voluta dagli Usa): secondo alcuni analisti la casa automobilistica potrebbe essere chiamata a pagare 1 miliardo di dollari.
Alessandro Moschini