Deputati e senatori hanno accolto con una standing ovation il Pontefice appena entrato nell’aula del Congresso Usa con oltre tre minuti di applausi. Papa Francesco ha risposto salutando con la mano e, prima di salire sul palco, ha stretto la mano al segretario di stato, John Kerry. In prima fila con Kerry, tra gli altri, il vicepresidente Usa Joe Biden, l’intero gabinetto del presidente Barack Obama, i giudici della Corte Suprema, il segretario al tesoro Jacob Lew. ‘Sono grato per il vostro invito a parlare davanti al Congresso della terra della liberta’ e la casa del coraggio’, cosi’, citando un passaggio dell’inno nazionale statunitense, Francesco ha iniziato così il suo discorso a Capitol Hill, salutato da una seconda standing ovation da parte dei membri del Congresso. Bergoglio è stato il primo Pontefice della storia a parlare a Capitol Hill. ‘Imitare l’odio e la violenza dei tiranni e degli assassini è il modo migliore di prendere il loro posto. Questo è qualcosa che voi, come popolo, rifiutate. La nostra, invece, deve essere una risposta di speranza e di guarigione, di pace e di giustizia. Nessuna religione è immune da forme di inganno individuale o estremismo ideologico. Questo significa che dobbiamo essere particolarmente attenti ad ogni forma di fondamentalismo, tanto religioso come di ogni altro genere. Fare appello al coraggio e all’intelligenza per risolvere le molte crisi economiche e geopolitiche di oggi. Perfino in un mondo sviluppato, gli effetti di strutture e azioni ingiuste sono fin troppo evidenti. I nostri sforzi devono puntare a restaurare la pace, rimediare agli errori, mantenere gli impegni e così promuovere il benessere degli individui e dei popoli. Dobbiamo andare avanti insieme, come uno solo, in uno spirito rinnovato di fraternità e di solidarietà, collaborando generosamente per il bene comune’. Dal palco ha chiesto di ‘Abolire la pena di morte a livello globale’, ‘Fermare il commercio delle armi’ e ‘Basta minacce a matrimonio e famiglia’. Il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha commentato l’appello del papa dicendo che non ci sono annunci su un cambiamento della politica sulla pena di morte, sottolineando pero’ su come il presidente Obama sia rimasto colpito dalle parole del pontefice. ‘Noi, gente di questo continente, non abbiamo paura degli stranieri, perché molti di noi una volta eravamo stranieri. Vi dico questo come figlio di immigrati, sapendo che anche tanti di voi sono discendenti di immigrati. Quando lo straniero in mezzo a noi ci interpella, non dobbiamo ripetere i peccati e gli errori del passato. Il nostro mondo sta fronteggiando una crisi di rifugiati di proporzioni tali che non si vedevano dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Non dobbiamo lasciarci spaventare dal loro numero, ma piuttosto vederli come persone, guardando i loro volti e ascoltando le loro storie, tentando di rispondere meglio che possiamo alle loro situazioni. Rispondere in un modo che sia sempre umano, giusto e fraterno. Ricordiamo la Regola d’Oro che dice, fai agli altri ciò che vorresti che gli altri facessero a te’. Ricordiamo, a questo punto, di un messaggio ricevuto da Papa Francesco che parla di immigrazione. Poche parole, ma significative che una bimba di 5 anni ha voluto far arrivare a Bergoglio. La bambina è Sophie Cruz, di Los Angeles, che si trovava dietro la barriera al passaggio della papamobile al National Mall di Washington. Quando ha visto la Sicurezza avanzare si e’ tirata indietro, ma poi si e’ lasciata prendere tra le braccia per essere scortata da papa Francesco che l’aveva notata. Tra le mani aveva la lettera con il suo nome e il suo indirizzo e uno degli uomini della Sicurezza l’ha consegnata al papa. Nella lettera, Sophie scrive: ‘Io e i miei amici ci vogliamo bene, senza porre importanza al colore della nostra pelle. Firmato Sophie Cruz’. Il messaggio contiene un disegno della piccola raffigurante il papa che tiene la mano a bambini di razze diverse. Il Papa ha lasciato Washington per New York seconda tappa del suo viaggio negli Usa.
Roberto Cristiano