ROMA. Scendono i tempi di pagamento, tra famiglie e imprese in Italia, di ben 27 giorni rispetto all’anno scorso, ma con una media di 48 giorni per saldare il conto di una prestazione restano i peggiori pagatori d’Europa. E’ quanto emerge da uno studio realizzato dall’ufficio studi della Cgia di Mestre, sui dati Intrum Justitia. L’associazione, tuttavia, sottolinea come “ sebbene sia in forte calo, l’Italia, mantiene anche nei rapporti commerciali tra privati e imprese un deprecabile record : nessun altro Paese in Europa presenta una situazione peggiore della nostra”. Il coordinatore dell’ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo, segnala che al netto delle prestazioni che vengono pagate a vista in questi ultimi anni, le imprese, in modo particolare quelle artigiane, sono diventate più prudenti. Innanzitutto hanno cominciato a selezionare la clientela e in secondo luogo hanno investito parecchio nel recupero crediti. Nel settore dell’edilizia e dell’autoriparazione, in particolar modo è diventata una consuetudine farsi anticipare alcune spese dai nuovi clienti, come ad esempio l’acquisto dei materiali e dei pezzi di ricambio. Grazie a questi accorgimenti molte aziende sono riuscite ad accorciare i tempi e, soprattutto i mancati pagamenti. L’Italia sia nelle transazioni commerciali tra pubblica amministrazione e fornitori, sia in quelle tra imprese private, presenta i tempi di pagamento medi più lunghi d’Europa rispettivamente 144 e 80 giorni medi. Se in Italia i tempi medi di pagamento, sono 48 giorni (oltre il doppio della media europea che è pari a 23), in Spagna le fatture si saldano dopo 45 giorni, in Francia dopo 33, nel Regno Unito dopo 15 e in Germania dopo 13.
Fabio D’Amora