L’Orestea di Agamennone di Eschilo con traduzione di Monica Centanni, con prima Nazionale a Napoli al Teatro Mercadante, martedì 24 novembre prossimo. Regia di Luca De Fusco. Con Mariano Rigillo, Elisabetta Pozzi, Angela Pagano, Gaia Aprea, Claudio Di Palma, Giacinto Palmarini, Anna Teresa Rossini, Paolo Serra e con Fabio Cocifoglia, Paolo Cresta, Dely De Majo, Francesca De Nicolais Gianluca Musiu, Federica Sandrini, Dalal Suleiman, Enzo Turrin. Con le danzatrici della Compagnia Körper Chiara Barassi, Sibilla Celesia, Elena Cocci Sara Lupoli, Marianna Moccia e Rossella Fusco. Scene di Maurizio Balò. Costumi di Zaira de Vincentiis e coreografie di Noa Wertheim. Musiche di Ran Bagno e luci di Gigi Saccomandi. Suono di Hubert Westkemper e adattamento vocale di Paolo Coletta. Video di Alessandro Papa. Produzione del Teatro Stabile di Napoli e Teatro Stabile di Catania. Si torna dunque a ricordare le intere giornate degli antichi Greci a teatro. Luca De Fusco coniugherà, per questo spettacolo, tradizione classica e modernità fantascientifica. Questo spettacolo è un’occasione, ha sottolineato De Fusco, per ricordare che non solo la Sicilia, ma anche la Campania che ha nel suo Dna la tragedia greca. Un’opera antica vista secondo diverse angolazioni. Si parte immaginando di essere all’interno di uno scavo archeologico, passando per il cinema anni Quaranta ed il teatro video, per arrivare alla fantascienza. Tutto può accadere perché l’Orestea è ancora attuale. Non musical ma un teatro totale in cui il canto e la danza hanno una funzione essenziale. E l’Orestea vede in scena anche le danzatrici della compagnia Körper. L’Orestea di Eschilo racconta una storia suddivisa in tre episodi, le cui radici affondano nella tradizione mitica dell’antica Grecia con l’assassinio di Agamennone da parte della moglie Clitennestra, la vendetta del loro figlio Oreste che uccide la madre, la persecuzione matricida da parte delle Erinni e la sua assoluzione finale ad opera del tribunale dell’Areopago.