‘Ero giovane, di fronte a me avevo tanti attaccanti. C’era Balbo e dal ’94 arrivò anche Fonseca. In quel periodo mi piaceva mandare in porta i miei compagni. Era mia premura fargli fare più gol possibili. Mi divertivo più a far segnare loro che farli io’. Francesco Totti, alla Roma da una vita, racconta al nuovo sito ufficiale giallorosso i suoi trascorsi, i suoi gol e le sue giocate e svela una cosa: ‘Se potessi tornare indietro mi piacerebbe poter fare il centravanti da inizio carriera’. A proposito del cucchiaio il numero 10 della Roma spiega cosa cambia quando lo utilizzi dalla distanza. ‘Quello è più complicato, devi dosare la forza, capire se il portiere esce dai pali. Sono situazioni che nascono in quel momento, intuizioni’. Il primo fu contro il Parma, nel ’97-98. Le cose più importanti per un calciatore sono il talento, l’alenamento e l’istinto. ‘Quanto è importante l’allenamento rispetto al talento? Direi 50 e 50. L’allenamento è fondamentale per tenersi in forma. Devi essere bravo a dosarti. Spesso devi essere più bravo di testa, che fisicamente. Quanto c’è di istintivo e quanto c’è di ragionato nel mio gioco? È tutto istinto’. Un istinto che si riverbera anche nell’esultanza. ‘La mia esultanza preferita? Il dito in bocca. Ormai è un mio tratto distintivo, non posso più cambiarlo. Da quel Roma-Chievo del 2005 non l’ho mollato più. Volevo iniziare a farlo per Ilary in realtà, che sta sempre con il dito in bocca. Poi è diventata un’esultanza per tutti e tre: Ilary, Cristian e Chanel’.