Cambiamenti climatici: mondo a rischio malaria

Continua a prendere piede in tutto il mondo, l’epidemia di malaria, e da ciò che affermano gli esperti, la causa è anche in gran parte dei cambiamenti climatici. L’allerta arriva dagli specialisti riuniti a Ginevra per un incontro sulla malaria organizzato dalla Sigma-Tau e la fondazione no-profit Medicines for Malaria Venture (Mmv).

I cambiamenti climatici, spiegano gli esperti, stanno infatti facendo aumentare le zone in cui la zanzara vettore della malattia può vivere e infettare l’uomo. Secondo le stime, più del 40% della popolazione mondiale rischia di essere contagiato e, anche se il 90% dei casi si registra in Africa, la nuova frontiera della patologia (seconda malattia infettiva al mondo per mortalità e numero di casi dopo la tubercolosi) è il sud-est asiatico, dove l’83% della popolazione, pari a un miliardo e 300 milioni di persone, è a rischio.

Punta i riflettori su questo fenomeno anche la responsabile del programma “Cambiamento climatico, sviluppo sostenibile e salute” dell’Oms-Europa, Bettina Menne: “La malaria – sottolinea – è un grande problema soprattutto in Asia e in Africa, ma anche in zone come Turchia e Asia centrale. Tuttavia i cambiamenti climatici stanno contribuendo ad uno spostamento delle zanzare-vettori anche in regioni più settentrionali e nelle zone limitrofe a quelle dove la malaria è diffusa”. Secondo l’esperta dell’Oms, “teoricamente, anche la regione del Mediterraneo potrebbe essere a rischio”. “Si tratta di uno scenario teorico – afferma – ma potrebbe registrare una nuova presenza di zanzare-vettori. Va però precisato – conclude – che i Paesi europei hanno le competenze sanitarie per affrontare la situazione”.

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