Il governo non può cadere sulle adozioni gay. È la parola d’ordine di alcuni cattolici molto interessati alle poltrone. ‘Su questi temi non si può mettere in crisi un Paese e bloccarne la ripresa economica. Io mi auguro che tutti i partiti lascino libertà di coscienza e che si arrivi presto a una intesa ampia’, afferma Ignazio Abrignani, verdiniano della prima ora e primo a cedere alla linea di Renzi favorevole allo stepchild contenuto nel disegno di legge Cirinnà. Il no di Alfano al provvedimento, scandito con toni solenni, è destinato a stemperarsi nel giro di qualche giorno e si trasformerà in un sì, magari condizionato, per tenere in piedi l’esecutivo, del quale Alfano fa parte. ‘Penso che Alfano abbia tutto il diritto di portare avanti la sua battaglia con un referendum abrogativo. Non sarebbe un atto contro il governo così come non lo sarebbe per i dem votare con settori delle opposizioni questa riforma. La mia formazione cattolica non mi può impedire di difendere i diritti di chi, diversamente da me, ha dei sentimenti nei confronti di persone dello stesso sesso’, insiste Abrignani, ‘ed è giunto il momento che questi diritti vengano tutelati dalla legge, senza però in alcun modo scalfire l’importanza del pilastro fondamentale della società che è la famiglia rappresentata dall’unione di un uomo e una donna. Sulla stepchild adoption, proprio perché amo i miei quattro figli non posso non tutelare i diritti di quei minori che si trovano, non per loro scelta, in una situazione di difficoltà e sarà importante capire quali saranno i paletti. È fondamentale che vengano considerati unicamente i casi in cui il padre e la madre sono naturali e il figlio nato da una loro relazione’. A questo punto il successivo passo verso l’adozione da parte delle coppie gay è vicinissimo.
Cocis