epa05116258 Unemployed graduates shout slogans during a demonstration urging the government to provide them with job opportunities, in Tunis, Tunisia, 21 January 2016. Reports state one policeman was killed in clashes between security forces and protesters demanding jobs in Tunisia's western-central province of Kasserine, a security official said on 21 January. The protests in Kasserine started at the weekend after an unemployed young man reportedly suffered a deadly electric shock when he climbed a power pole to protest a rejected job application. EPA/MOHAMED MESSARA

Tunisia di nuovo in protesta: dichiarato il coprifuoco in tutto il paese

In mattinata riunione straordinaria del parlamento sulla situazione sociale

ROMA. Il ministero dell’Interno tunisino, in seguito agli scontri in atto nel paese, ha deciso di istituire coprifuoco in tutto il paese dalle 20 alle 5 del mattino. Intanto, in mattinata si è tenuta una riunione straordinaria del Parlamento tunisino sulla situazione sociale e della sicurezza al Bardo, secondo quanto annunciato dal suo presidente Mohamed Ennaucer. Le proteste popolari partite da Kasserine hanno raggiunto almeno 16 dei 24 governatorati nei quali è suddivisa amministrativamente la Tunisia, con manifestazioni violente che potrebbero compromettere la stabilità del paese.

Nella sessione odierna, il Parlamento fisserà la data di una prossima riunione straordinaria da tenersi insieme al governo sul problema della disoccupazione giovanile, che colpisce anche diplomati e laureati, la causa che ha scatenato le proteste di questi giorni. Ieri, infatti, le proteste sono proseguite fino a tarda sera: a Jendouba (nord ovest) circa 300 manifestanti hanno invaso la sede del governatorato chiedendo le dimissioni del governatore; scene simili si sono registrate a Beja e Kairouane. A Sfax, delegazione di Shkira, sono stati bruciati pneumatici e bloccata la statale. Disordini e uso di lacrimogeni anche a Sidi Bouzid, Medenine, Siliana, Tozeur, Mahdia, Kef, Sousse, Sfax. Nel pomeriggio di nuovo tensione a Kasserine da dove è partita l’ondata di proteste sabato scorso. A El Hamma le forze dell’ordine si sono dovute ritirare per far posto all’esercito, a Souk Lahad è stata data alle fiamme la stazione di polizia. In serata disordini si sono verificati anche nella periferia della capitale a cité Ettadhamen e Soukra.

Le autorità temono infiltrazioni terroristiche nelle manifestazioni, specie nella regione di Kasserine. Di fronte all’urgenza della situazione il premier Essid, impegnato al Forum di Davos, ha deciso di rientrare anticipatamente in patria ed ha annullato gli impegni internazionali che avrebbero dovuto portarlo oggi in Francia.

Circa Alessandro Moschini

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