La Fbi vorrebbe incriminare Hillary Clinton

Il direttore dell’Fbi avrebbe abbastanza prove per incriminare Hillary Clinton e la sua assistente Huma Abedin per il ‘mailgate’ ma è costretto a esercitare il massimo della cautela. E’ quanto ha affermato il deputato repubblicano Darrell Issa intervistato dal ‘Washington Examiner’ nel giorno in cui, alla vigilia del caucus di lunedì in Iowa, il dipartimento di Stato ha reso noto che almeno 22 delle mail transitate sul server di posta privata erano ‘top secret’. Credo che il direttore dell’Fbi vorrebbe incriminare sia Huma che Hillary,  ha detto Issa,  sostenendo che considerata la posizione della candidata democratica  sarebbe stato costretto ad andare con i piedi di piombo per una cosa che invece sarebbe stata certa. Clinton è sotto inchiesta federale per l’utilizzo del server privato e il repubblicano, che è stato presidente della commissione della Camera che controlla l’attività del governo, non ha dubbi sul fatto che ha violato le regole che impongono la trasparenza ai membri del governo. Non ci sono dubbi sul fatto che le abbia aggirate,  ha detto aggiungendo che, cosa più grave, le ha aggirate quando ha lasciato che informazioni top secret finissero non classificate nelle mail. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano,  John Kirby,  ha spiegato che le e mail   non saranno rese pubbliche in base al Freedom of Information Act. Il Freedom of Information Act (FOIA), atto per la libertà di informazione, è una legge sulla libertà di  informazione, emanata negli Stato Uniti  il 4 luglio 1966   durante il mandato del presidente Lyndon B. Johnson. Il Freedom of Information Act ha aperto a giornalisti e studiosi l’accesso agli archivi di Stato statunitensi, a molti documenti riservati e coperti da segreto di Stato , di carattere storico o di attualità. Il provvedimento è un punto importante che garantisce la trasparenza  della pubblica amministrazione   nei confronti del cittadino e il diritto di cronaca  e la libertà di stampa  dei giornalisti. La legge impone alle amministrazioni pubbliche  una serie di regole per permettere a chiunque di sapere come opera il Governo federale,  comprendendo l’accesso totale o parziale a documenti classificati. Questi documenti, ha sostenuto Kirby,  sono stati riclassificati su richiesta dell’intelligence in quanto contengono informazioni top secret ma  non erano stati classificati come segreti nel momento in cui vennero spediti’. Si tratta di un nuovo colpo per la candidata democratica alle presidenziali americane, quando mancano solo due giorni all’importante appuntamento elettorale dei caucus in Iowa, dove lo Stato dove inizia ufficialmente il processo che porterà alla selezione dei candidati repubblicano e democratico per la Casa Bianca e dove i sondaggi danno il rivale Bernie Sanders in ascesa. Un altro affondo arriva dal candidato repubblicano Marco Rubio:  ‘Hillary Clinton ha messo alcun delle più segrete e sensibili informazioni dell’intelligence in un server privato perchè forse pensa di essere al di sopra della legge o forse solo perchè voleva avere la possibilità di leggere quella roba sul suo Blackberry. Questo è   inaccettabile e dequalificante’. Questo nuovo rigurgito dello scandalo rischia di compromettere la corsa dell’Ex First Lady. Ed è proprio per questa ragione che lo staff dell’ex segretario di Stato si oppone alla decisione del dipartimento e chiede a gran voce che tutte le email siano rilasciate e che sia il pubblico a decidere.

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