L’Erasmus, rito di passaggio per moltissimi giovani in Europa, compie 29 anni

L’Erasmus è diventato un classico rito di passaggio per moltissimi giovani in Europa e nel 2016 compie il suo ventinovesimo anno. L’Università di Roma Niccolò Cusano, che aderisce a questo programma, ha condotto uno studio per identificare qual è l’impatto sul piano personale, sociale e occupazionale di questo lungimirante progetto.Secondo quanto illustrato nell’infografica, il programma di scambi universitari internazionale ha creato la prima generazione di europei e sta portando i cittadini del vecchio continente verso la formazione di una vera identità europea. Dal 1987 ad oggi circa un milione di bambini sono nati da coppie che si sono formate in Erasmus e quasi un terzo di chi va in Erasmus dichiara di essersi innamorato durante l’esperienza. L’identikit dello studente Erasmus è donna, studia alla facoltà di economia, ha 22 anni e parte per un periodo di sei mesi avvalendosi di una borsa di studio del valore medio di 272 euro al mese. In ordine di preferenza le mete più ambite dagli studenti italiani sono Spagna, Francia, Germania, Regno Unito e Portogallo, mentre l’Italia si posiziona al quinto posto nelle mete preferite dagli studenti stranieri. Dallo studio emerge che i giovani che effettuano un periodo di studio all’estero vivono un’esperienza di crescita personale e in particolare accrescono la capacità di risolvere problemi, l’apertura mentale, la capacità di prendere decisioni, la conoscenza di sé, la curiosità e la fiducia in se stessi. L’impatto sul mercato del lavoro del progetto Erasmus produce esiti positivi, complici il valore aggiunto apportato al curriculum vitae e soprattutto il bagaglio linguistico arricchito di chi è partito in Erasmus e il tasso di disoccupazione degli ex-Erasmus dopo 5 anni dal conseguimento dalla laurea è del 23% inferiore rispetto al tasso di disoccupazione di coloro che hanno deciso di non partire. Inoltre, il 64% dei datori di lavoro afferma di essere propenso ad attribuire maggiori responsabilità al personale con esperienza internazionale rispetto a chi non ne ha. Il progetto ‘Erasmus’ allarga gli orizzonti degli studenti e la loro rete di relazioni. Il 93% degli studenti che hanno vissuto questa esperienza internazionale, infatti, afferma di voler vivere all’estero in futuro, contro il 73% di coloro che sono rimasti a studiare nel proprio Paese. Per di più, il numero degli studenti Erasmus che cambia Paese di residenza almeno una volta dopo la laurea è di due volte maggiore rispetto a quello di coloro che non hanno vissuto un’esperienza di mobilità durante gli studi. L’Università Niccolò Cusano aderisce al programma Erasmus e condivide le parole di Umberto Eco: ‘Erasmus ha creato la prima generazione di giovani europei. Io la chiamo una rivoluzione sessuale, un giovane catalano incontra una ragazza fiamminga, si innamorano, si sposano, diventano europei come i loro figli. Dovrebbe essere obbligatorio, e non solo per gli studenti: anche per i taxisti, gli idraulici, i lavoratori. Passare un periodo nei paesi dell’Unione Europea, per integrarsi’. Il programma Erasmus è l’acronimo di ‘European Region Action Scheme for the Mobility of University Students’, ed è un programma di mobilità studentesca della Comunità Europea, creato nel 1987. Esso dà la possibilità a uno studente universitario europeo di effettuare in una università straniera un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria università. Il nome del programma deriva dall’umanista e teologo olandese Erasmo da Rotterdam (XV secolo), che viaggiò diversi anni in tutta Europa per comprenderne le differenti culture. Dal 2014, il programma ha assunto il nome di Erasmus+.   Il progetto nacque grazie a un’iniziativa dell’associazione studentesca ‘Egee’, fondata da Franck Biancheri che nel 1986-1987 convinse il presidente francese François Mitterrand ad appoggiare la nascita di ‘Erasmus’ che dà la possibilità a uno studente europeo di studiare in un paese straniero, o effettuare un tirocinio in un paese dell’Unione per un periodo che va dai 3 ai 12 mesi. È possibile muovere gli studenti anche in alcuni paesi associati all’Unione come Liechtenstein, Islanda, Norvegia e Turchia. In Italia la gestione operativa del programma è di competenza di tre Agenzie nazionali competenti per ambiti diversi. Per molti studenti universitari europei il programma Erasmus offre l’occasione per vivere all’estero in maniera indipendente per la prima volta. Per questa ragione è diventato una sorta di fenomeno culturale ed è molto popolare fra gli studenti universitari europei. Il programma non incoraggia solamente l’apprendimento e la comprensione della cultura ospitante ma anche un senso di comunità tra gli studenti appartenenti a paesi diversi. L’esperienza dell’Erasmus è considerata non solo un momento universitario ma anche un’occasione per imparare a convivere con culture diverse, oltre che un momento in cui lo studente inizia ad assumere delle responsabilità. In Italia sono arrivati 19.964 studenti stranieri per studio e placamento e il paese si posiziona, come si diceva, dunque al quinto posto per studenti ospitati, dopo Spagna, Germania, Francia e Regno Unito.

Cocis

 

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