“Regeni non è mai stato sotto la custodia della nostra polizia. E noi non siamo cosi ‘naif’ da uccidere un giovane italiano e gettare il suo corpo il giorno della visita del Ministro Guidi al Cairo”. E’ quanto affermato dall’ambasciatore egiziano in Italia, Amr Helmy, in un intervista sul caso di Giulio Regeni a Radio anch’io. “Dovete capire – ha aggiunto Amr Helmy – che lanciare delle accuse pesanti contro le forze di sicurezza egiziane senza alcuna prova può danneggiare i nostri rapporti. Spero che la verità venga fuori il prima possibile. Non abbiamo nulla da nascondere”.
Intanto il computer portatile del ricercatore italiano, trovato dalla famiglia del giovane friulano in Egitto e consegnato alle autorità italiane, è ora nelle mani degli inquirenti che indagano sulla sua morte, riportano fonti della Procura di Roma. All’appello manca però il suo cellulare e secondo quanto si apprende dalla famiglia del ricercatore non risulta che Giulio avesse un tablet o altro supporto informatico ad eccezione del telefonino, che il ragazzo usava portare sempre con se.