La legge sulle unioni civili prosegue il suo iter in Aula dove Pietro Grasso, presidente del Senato, non concede il voto segreto sull’emendamento ‘Quagliariello-Calderoli’, riguardante il non passaggio al voto in Aula della legge sulle unioni civili. L’Aula ha respinto questa richiesta che era stata sottoscritta da 74 senatori, con 195 voti contrari, 101 a favore e un astenuto. Una decisione che Grasso ha argomentato agganciandosi all’articolo 2 della Costituzione che parla di formazioni sociali specifiche e non all’articolo 29 sul matrimonio. Secondo Grasso, infatti, le unioni civili sono una nuova formazione sociale e non intacca minimamente la famiglia. La sua decisione è stata presa di mira da Roberto Calderoli, senatore leghista, che ha parlato di ‘scelta marcatamente politica’. Considerazione analoga è stata fatta dal senatore di Idea Gaetano Quagliariello: ‘Presidente lei ha preso una parte specifica, considerando questa legge come un non matrimonio’. Pietro Grasso, a seguito della richiesta in merito da parte del presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, ha convocato la conferenza dei capigruppo sospendendo i lavori dell’Aula sulle unioni civili. Dopo lo stop proseguirà la discussione degli emendamenti. Il ‘patto fra gentiluomini’ che avevano stipulato Pd e Lega, non è stato onorato e quindi sono rimasti sul tavolo tutti gli emendamenti, in primis il ‘super canguro’ e poi i ‘contro canguri’. Ma è per il ‘super canguro’ che si sta concentrando la protesta dei democratici. Ai trenta senatori cattolici, nelle ultime ore si sono aggiunti almeno altri cinque-sei che minacciano di far saltare il banco, non tanto per contestare la legge, ma per rivendicare la loro posizione dentro il partito. Nell’assemblea del Pd al Senato prima del voto il capogruppo Luigi Zanda si è speso per un’ultima mediazione, perché all’inizio aveva deciso di concedere libertà di coscienza soltanto al voto di tre emendamenti, tra questi il famoso emendamento cattolico dell’affido rafforzato, ma dopo le ulteriori proteste dei cattolici ha fatto salire a sei emendamenti la possibilità di votare secondo coscienza e non secondo le indicazioni di partito. Il capogruppo Luigi Zanda afferma che il Pd non chiede voti segreti e non li sostiene. I voti segreti, ha poi aggiunto, non debbono essere a centinaia, e convenimmo coi capigruppo che dovevano essere tra i 10 e i 30: ‘Ora, alcuni gruppi hanno ritirato gli emendamenti. Altri dovrebbero farlo. Noi faremo una riduzione e la stiamo definendo e lo chiediamo per emendamenti ‘ripetitivi’, per quelli ‘di pura bandiera’ che non hanno alcuna possibilità di essere approvati’. L’obiettivo finale, conclude Zanda, è arrivare ad approvare la legge, una buona legge. Le richieste di voto segreto arrivate sul ddl per le unioni civili dovrebbero essere circa 125, di cui 50 avanzate dalla Lega, 50 da Forza Italia e 25 da Ncd. Intanto il costituzionalista professor Mario Esposito, insieme ai promotori senatori Carlo Giovanardi, Andrea Augello, Luigi Compagna e Gaetano Quagliariello e Mario Mauro (Popolari per l’Italia) si recheranno alla Corte costituzionale per depositare il ricorso per conflitto di attribuzione relativo all’iter del ddl Cirinnà. Il ricorso è stato sottoscritto da 51 senatori di opposizione ed è incentrato sul conflitto di attribuzione perché si sappia che la legge in commissione Giustizia non è stata discussa nemmeno per un minuto violando l’articolo 72 della Costituzione che prevede che l’esame dei testi di legge avvenga prima in commissione, e poi in aula. La linea del Pd è di respingere tutte le proposte che abbiano il fine di non far partire il dibattito. Il Senato, dopo la conferenza dei capigruppo, ha deciso di iniziare le votazioni sugli emendamenti martedì 16 febbraio alle 16 e non ci sara’ nessun contingentamento dei tempi. Si voterà tutta la settimana, tranne mercoledì quando il presidente del Consiglio Matteo Renzi farà un’informativa sul Consiglio europeo.
Cocis