Ai nastri di partenza per vincere le primarie del Centrosinistra a Roma, si sono presentati in sei: Roberto Giachetti, Stefano Pedica, Roberto Morassut, Domenico Rossi, Gianfranco Mascia e l’outsider Chiara Ferraro. Quest’ultima è una ragazza autistica che ha deciso di buttarsi nella corsa per dar luce ai diritti delle persone con disabilità. La sua candidatura è stata accettata dal Pd anche se “le oltre mille firme” presentate “non sarebbero state sufficienti a partecipare”, ha spiegato Fabio Melilli, segretario dem del Lazio. Melilli ha poi sostenuto che quest’anno le primarie si focalizzeranno sulla ‘spending review’ e che, dunque, “sarà una campagna elettorale sobria”, spiegando che si avrà a disposizione “un tetto di 30.000 euro” e che ogni candidato dovrà rendicontare puntualmente.
Ma i paletti non si fermano solo qui. “Ci saranno criteri – ha sottolineato Melilli – che andranno dall’onestà al radicamento nel territorio, una serie di punti che vanno oltre regole”. I concorrenti, poi, dovranno “rendere pubblico il loro certificato del casellario giudiziale e rendere trasparenti eventuali conflitti di interesse”, ha evidenziato Teresa Petrangolini, consigliere regionale del Lazio. “A questo scopo – ha aggiunto poi – si dovrà elencare le associazioni, i movimenti, i partiti, i circoli anche riservati di cui si ha fatto parte o ai quali si è ancora legati. Lo stesso vale per le cariche o le semplici partecipazioni avute o ancora esistenti in società, enti o fondazioni, anche istituzionali”.
Insomma pare proprio che ‘sta botta – tanto per rimanere in tema Roma – gli addetti ai lavori si stiano impegnando per portare alle primarie candidati idonei. Il problema, semmai, potrebbe essere chi li vota. Se poi si presentano diavoli, alieni e quant’altro la storia cambia, ma questo è un altro discorso.
Ma chi sono i sei candidati? Roberto Giachetti è vicepresidente della Camera, una gioventù nei radicali e molto vicino a Renzi; Stefano Pedica è senatore del Pd ed ex di CCD-UDEUR-Italia dei Valori; Roberto Morassut è stato assessore all’Urbanistica sotto la giunta Veltroni e cresciuto nel Pci, più legato alla sinistra del Pd insomma; Domenico Rossi è generale e sottosegretario alla Difesa, nonché deputato di Centro Democratico (eletto con Scelta Civica di Monti); poi c’è il portavoce romano dei Verdi, già leader del “popolo viola”, organizzatore del “No Berlusconi Day” del 2009, animatore di girotondi e sit-in al Parlamento, Gianfranco Mascia e infine Chiara Ferraro, 24 anni, che già nel 2013 si candidò con Marino alle comunali e che alle primarie è stata ammessa, come dicevamo, con l’ok di tutti i candidati, pur avendo raccolto 1.013 firme sulle 2.500 necessarie.
A contendere lo scettro della sinistra romano al Pd, e dunque a rubargli voti, potrebbe esserci anche un’altro candidato. Con una petizione sulla piattaforma Change.org, Gianluca Peciola ha infatti chiesto di organizzare delle primarie “popolari”. L’idea è quella di una ‘cordata’ a sinistra che vada oltre il Pd di Matteo Renzi mettendo insieme da Stefano Fassina a Ignazio Marino, da Beppe Civati a Walter Tocci. Insomma tutti (o quasi) i fuoriusciti del Pd. Vada come vada, ha promesso il presidente del Pd e commissario del partito a Roma Matteo Orfini, quelle del Pd “saranno primarie vere”. Staremo a vedere, manca meno di un mese a Marzo 2016.
Alessandro Moschini