L’utero in affitto è vietato dalla legge 40, ma la signora rientrata dall’Ucraina con due neonati gemelli è comunque ‘madre sociale’. E visto che il marito della signora è a tutti gli effetti il padre biologico, i gemelli restano al sicuro nella casa familiare. È l’innovativa sentenza emessa dal tribunale dei minori di Firenze che, nel vuoto legislativo italiano, ha scelto di seguire le evoluzioni giurisprudenziali europee, che riconoscono una genitorialità ‘di tipo sociale’ accanto a quella biologica e genetica, si legge su ‘La Repubblica’.Per anni i genitori hanno tentato di avere figli con la procreazione medicalmente assistita. Poi si sono rivolti ad una clínica di Kiev, visto che in Ucraina la maternità surrogata è consentita, se effettuata con almeno il 50% del patrimonio genetico di uno dei genitori. Cosa poi effettivamente confermata dai test del Dna, perchè i gemelli sono figli biologici del padre. Solo che, per poter rientrare in Italia, la coppia ha dovuto mentire dichiarando che i bambini erano figli biologici anche della donna. Ma alla fine, il curatore speciale dei gemelli e la stessa procura si sono convinti a chiedere la chiusura del procedimento di adottabilità: ‘La nostra visione deve avere sempre al centro il bene del bambino’, spiega la presidente del tribunale dei minori di Firenze Laura Laera. La maternità surrogata, o più comunemente definito ‘utero in affitto’, è una pratica medica che rientra nella fecondazione assistita. In poche parole, una donna, denominata ‘madre surrogata’, si assume l’obbligo di portare avanti una gravidanza e di partorire il figlio di una persona o di una coppia sterile. La fecondazione in vitro può avvenire sia attraverso seme e ovuli appartenenti alla coppia sterile che a donatori anonimi. Un grande ed immenso desiderio di diventare genitori, un sogno rincorso, come dicevamo, anche attraverso la procreazione medicalmente assistita.