Modifica dei trattati dell’Ue per arrivare ad una “unione fiscale con regole rigide almeno per l’Eurozona”. E con un unico e rigoroso bilancio. La cancelliera tedesca Angela Merkel davanti ai deputati del Bundestag indica la strada per “salvare l’euro”. E saranno Berlino e Parigi, come ha ribadito nella serata di ieri, Nicolas Sarkozy, a stabilire le priorità e i principi della nuova Europa e dei nuovi trattati. Il nuovo piano dovrà essere pronto per il cruciale summit Ue di venerdì 9, dal quale, il capo dell’Eliseo, ha lasciato intendere che l’Europa dovrà uscire rinnovata. Ma prima dovrà essere trovato l’accordo sugli eurobond dopo l’ennesima bocciatura della cancelliera di ferro.
“Gli eurobond non sono un contributo alla soluzione della crisi”, ha sostenuto la Merkel nel suo intervento al Bundestag ribadendo la contrarietà del governo tedesco ai titoli del debito comune, fino a quando non ci saranno meccanismi di controllo più forti sui bilanci degli stati Ue. Per la Germania servono misure “a lungo termine” per affrontare l’attuale crisi che non è solo “una crisi del debito, ma anche di fiducia”. Per il capo del governo tedesco “il futuro dell’euro è inseparabile dal futuro dell’Unione Europa” e nonostante la crisi in atto “io credo che quella che stiamo percorrendo è la strada giusta. Il nostro obiettivo è una Germania più forte in una Unione Europea più forte”.
In questo quadro la Bce, secondo la cancelliera, non va assolutamente toccata. “La Bce è tutt’altra cosa rispetto alla Fed americana e alla Bank of England” e, precisa la Merkel, “nei trattati è stabilito che sia una istituzione indipendente e io ne sono convinta”. Nel suo intervento al Bundestag trova lo spazio di parlare dell’Italia che “ha davanti a sé un’enorme sfida: è responsabile per il proprio futuro e per il futuro dell’Europa”. Italia, però, che secondo il pensiero dell’altro autoelettosi salvatore dell’Europa, non dovrebbe partecipare alla “rifondazione dell’eurozona”. Per Sarkò dovranno essere solo lui e Angela Merkel al timone per riformare l’Europa. Ma di due sembrano abbastanza divisi sulle misure da adottare.