Dai campetti di Caldogno alla maglia della Nazionale. Compie oggi 49 anni Roberto Baggio, ‘Raffaello’ e ‘coniglio bagnato’ per Agnelli, ‘Divin Codino’ per la stampa, semplicemente Roby per i tifosi, leggenda del calcio italiano.
Nato il 18 febbraio 1967 in un piccolo comune vicentino, Baggio è considerato uno dei migliori giocatori di sempre nel calcio mondiale, 16° e primo italiano nella classifica dei grandi del XX secolo stilata da World Soccer. Centrocampista e attaccante, pur non avendo mai vinto la classifica dei marcatori è settimo realizzatore di sempre della serie A con 205 gol, oltre ad essere uno dei 6 giocatori ad aver vinto due scudetti consecutivi in due differenti squadre italiane. Cinquantasei le presenze in Nazionale, 27 i gol segnati e 4° posto in maglia azzurra tra i realizzatori, ex aequo con Alex Del Piero. Unico italiano ad aver segnato in tre Mondiali, nelle edizioni del 1990, 1994 – anno orribile del rigore alto e sbagliato e del Brasile campione – e 1998.
Baggio non è mai stato campione del Mondo, ma questo non ha impedito alla Fifa nel 2002 di inserirlo nel World Cup Dream Team, una selezione formata dai migliori undici giocatori della storia dei Mondiali. Tantissimi i riconoscimenti durante la carriera, dal Pallone d’Oro del 1993 all’elezione come Fifa World Player, passando per il Premio Scirea fino ad arrivare alla Hall of fame del calcio italiano nel 2011. Nel mezzo la militanza nel Vicenza, Fiorentina, Juventus, Milan, Bologna, Inter e Brescia. Poi il ritiro nel 2004, il 16 maggio, nell’ultima giornata di campionato contro il Milan: alla sua uscita, cinque minuti prima dalla fine dell’incontro, l’abbraccio di Paolo Maldini e la standing ovation del pubblico che a San Siro gli dedica un infinito applauso, lungo come un’intera carriera.