Messina. Si terrà sabato 5 marzo alle ore 18 al Monte di Pietà di Messina la cerimonia di inaugurazione della mostra antologica ‘Bruno Samperi apprendista artigiano’. Al fianco del maestro messinese e insieme con il critico d’arte Mosé Previti, curatore della mostra e del catalogo, il giornalista Vincenzo Bonaventura, che firma un testo in catalogo, e il coordinatore del progetto Giovanni Lucentini, interverranno anche Carlo Vermiglio, assessore regionale Beni culturali e identità siciliana, Giovanni Cupaiuolo, coordinatore del collegio dei prorettori dell’Università di Messina, Renato Accorinti, sindaco di Messina, Tonino Perna e Sergio De Cola, assessori del Comune di Messina, Filippo Romano, commissario dell’Area Metropolitana di Messina. Non si può correre il rischio di assecondare l’estrema umiltà della sua vocazione. Bruno Samperi è uno dei più valenti e prolifici autori dell’arte messinese del ‘900 e questa antologica vuole essere la partenza di una conoscenza più sistematica e approfondita di questo autore. L’esposizione tende inevitabilmente alle dimensioni mitologiche di una creatura mostruosa, di un’idra con molteplici teste di cui ogni giorno avvistiamo gli occhi lampeggiare nel buio. Il Maestro Bruno Samperi, è l’inventore della particolare tecnica degli inchiostri tipografici su carta, ha visto i tempi d’oro della cultura Messinese e contemplato il lento declino, senza perdere la fiducia nei poteri dell’arte, considerata l’unica terapia per migliorare la società. La caratteristica di Samperi, che si reputa un ‘artigiano professionista’, è trattare in modo originale le cose comuni: ‘Ho sacrificato tanto all’arte con rinunce che riguardano la sfera privata. Non ho fatto, però, rinunce sociali, perché non volevo arrampicarmi in nessun posto. Non ho rinunciato ad altre strade, non sono qui per raggiungere mete, io dipingo per amore, per passione e forse per la salute, per una forma di terapia. Una cosa che mi manca, anzi più un sogno che mi è rimasto, è che volevo fare il biologo, ma senza studi non si può andare all’Università. Eravamo quattro fratelli ed uno è morto nel dopoguerra, quindi sono dovuto andare a lavorare. Abbiamo iniziato come tipografi io e mio fratello Aurelio. Mio padre era rilegatore di libri e cominciammo con un po’ di inchiostro preso da lui, con la macchina ancora manuale, non avevamo nemmeno diciotto anni…’. La passione per la pittura è riuscito a portarla avanti insieme al lavoro nella tipografia, fino agli anni cinquanta, epoca dell’invenzione degli ‘inchiostri su carta’, una forma d’espressione originale, fatta con carta tipografica patinata con il petrolio, lavorata a mano con inchiostro, pennelli, spugna o stracci, che da quel momento in poi caratterizzerà e renderà uniche le sue opere. In seguito, si è dedicato anche ai colori ad olio e agli acrilici. I suoi quadri sono stati esposti in Germania ed in America. ‘La pittura è la somma della vita. Io posso partire con l’intenzione di fare una pera e poi faccio una casa, non posso pianificarlo prima. È per questo che la pittura non si insegna, fa parte della vita stessa. È un bisogno di vivere, di essere presente. Come i primi uomini che dipingevano nei muri delle caverne, è un esigenza materiale, non in senso dispregiativo, lo spirito, secondo me, nasce dalla materia, se non c’è la materia lo spirito non può esistere. La vita è fatta di ingredienti, non è finita e forse mai iniziata da un certo punto di vista, vita e morte sono lo stesso così come materia e spirito. Quello che resta, alla fine, sono le opere non perché sono cose, ma perché dentro c’è l’essenza, lo spirito, la vita’, chiosa Samperi. L’esposizione ‘Bruno Samperi apprendista artigiano’ sarà aperta sino al 30 marzo prossimo.
Cocis