Martedì 8 marzo alle 17.30 al Ridotto del Mercadante di Napoli, Antonietta De Lillo, Apollonia Striano, Maurizio Braucci, Claudio Di Palma saranno ospiti dell’incontro condotto da Luca De Fusco: ‘Enzo Striano- Oltre il resto di niente’, promosso nell’ambito del ciclo di spettacoli tratti dal romanzo ‘Il resto di niente’ in scena nella sala al primo piano del teatro di Piazza Municipio. Coordinato da Luca De Fusco, all’incontro interverranno la regista Antonietta De Lillo, autrice del film Il resto di niente presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2004; la prof. Apollonia Striano, figlia dello scrittore, docente in Letteratura italiana contemporanea presso l’Università degli Studi di Napoli l’Orientale; lo scrittore Maurizio Braucci, autore della drammaturgia dei tre allestimenti dedicati al romanzo; l’attore Claudio Di Palma, che leggerà brani tratti dal romanzo ‘Indecenze’ di Sorcier e dal testo teatrale ‘Quel giuda nominato Trotskiì’, rispettivamente del 1978 e del 1980, di Enzo Striano. ‘Il resto di niente’ è un romanzo storico italiano di Enzo Striano, pubblicato per la prima volta nel 1986, nel quale viene raccontata la vita di Eleonora de Fonseca Pimentel sullo sfondo della rivoluzione napoletana del 1799. Eleonora de Fonseca Pimentel, undicenne, parte per Napoli al seguito della sua nobile famiglia. Sono costretti ad abbandonare Roma, dove Eleonora, detta Lenòr, era nata, a causa dei difficili rapporti tra il Regno del Portogallo e lo Stato Pontificio, che tra l’altro non riconosceva i titoli di nobiltà della discendenza Fonseca Pimentel. Dopo la descrizione del periglioso viaggio attraverso le paludi pontine, la trama si dipana intorno all’adolescenza e maturità di Lenòr che a Napoli cresce e, soprattutto dopo la triste vicenda coniugale, che la porta al divorzio dal rude marito Tria dopo la morte del figlio, viene a contatto con gli intellettuali partenopei dell’epoca. Già ostile alle pratiche superstiziose della plebe, ma anche interessata alle possibilità di una sua educazione pubblica e civile, respira l’aria rivoluzionaria che avrebbe portato al rovesciamento del governo di Ferdinando IV e all’instaurazione della Repubblica Napoletana nel 1799, della quale è sostenitrice anche attraverso la direzione del giornale ‘Monitore Napoletano’. Contro la Repubblica, sostenuta inizialmente dalle truppe del generale francese Jean Étienne Championnet, interviene l’Esercito della Santa Fede, agli ordini del cardinale Fabrizio Ruffo. La sconfitta dei rivoluzionari viene seguita dalla restaurazione del potere borbonicoe dalle condanne a morte per i sostenitori della Repubblica. Tra di essi vi è anche Lenór, giustiziata in Piazza del Mercato il 20 agosto del 1799; la decapitazione, privilegio nobiliare, le viene negata, nonostante il Regno avesse riconosciuto da anni i titoli nobiliari della famiglia portoghese da cui discendeva. All’impiccata non resta in pugno meno che il niente: ‘Il resto che si deve al niente’. Ma questo è il conseguimento di una dimensione più vera del reale, una verità conquistata di fronte alla morte.
Cocis