L’arresto di Salah Abdeslam attraverso un blitz

Salah Abdeslam, considerato il regista delle stragi di Parigi, è stato arrestato in un appartamento nel quartiere di Molenbeek a Bruxelles nel corso di una maxi operazione condotta dalle forze speciali belghe. Franco-marocchino, dal giorno dopo i sanguinosi attentati del 13 novembre, era l’uomo più ricercato d’Europa e quattro mesi sono stati necessari alle polizie di tutta Europa, soprattutto di Belgio e Francia, per riuscire a mettere le mani su Salah che non era fuggito ma era rimasto a Bruxelles, la città dove risiedeva e da dove ha verosimilmente pianificato gli attacchi alla capitale francese costati la vita a 130 persone e centinaia di feriti. Salah Abdeslam era sfuggito alla cattura di un soffio, la notte stessa degli attentati, quando a bordo di una auto rientrava a Bruxelles insieme a due complici, Mohammed Amri e Hamza Attou, che aveva chiamato a mezzanotte e mezza, ad attacchi terminati. Lungo il tragitto Parigi-Bruxelles, i tre uomini erano stati controllati più volte dalla polizia, senza essere fermati e il nome di Abdeslam non era ancora stato messo in relazione con gli attentati. Il 14 novembre alle 9,45 del mattino, Salah Abdeslam veniva ripreso da una telecamera in una stazione di servizio alla frontiera franco-belga. Gli investigatori non si sono fermati ed hanno continuato le indagini, fatte a tappeto ricercando indizi attraverso quelle che sono conosciute in gergo come ‘soffiate’. Ieri mattina è arrivata quella attesa e quella giusta, visto che Salah si nascondeva al ‘79 rue des Quatre Vents’, a Molembeek, in una casa popolare a due piani accanto a una farmacia. A qualche metro di distanza c’è una moschea. Salah Abdeslam era tornato nel suo quartiere, vicino alla casa di famiglia nella piazza comunale dove abita ancora la sorella, davanti un negozio di hijab e una macelleria halal, al café ‘Les Béguines’ che gestiva con il fratello Ibrahim, morto negli attacchi di Parigi. L’omertà che lo ha protetto ha termine con un abitante di Molenbeek che entra in un commissariato per dire dove si nasconde. L’uomo più ricercato d’Europa si trova a Bruxelles e parte immediatamente il blitz. L’operazione viene lanciata subito per evitare che Salah possa di nuovo scappare. Sarebbe almeno la quarta volta dagli attentati del 13 novembre.
Gli agenti puntano i fucili in alto, sanno che Abdeslam non è solo, può essere armato. La polizia ordina ai passanti e ai giornalisti di arretrare e i blindati della polizia chiudono la zona. Un elicottero sorvola l’aera e c’è anche un drone che filma l’operazione. François Hollande lascia il vertice europeo per andare nell’ufficio del primo ministro Charles Michel in rue de la Loi e seguono in diretta il blitz. La fuga del decimo uomo del commando del 13 novembre finisce. Abdeslam viene ferito, non oppone resistenza, conferma la sua identità e viene ammanettato e fatto entrare in una macchina nera. Insieme a lui c’è un altro uomo ferito, Amin Choukri, anche lui ricercato nell’ambito delle indagini sugli attacchi parigini. Un’ambulanza entra nel cortile della scuola per prendere i due feriti. Vengono portati all’ospedale Saint-Pierre. Intorno al 79 di rue Quatre Vents continua la tensione. Verso le 19 gli abitanti sentono nuove esplosioni. Altre perquisizioni vengono lanciate in diversi quartieri di Bruxelles. Alla fine della giornata cinque persone sono arrestate, tra cui Abdeslam e Choukri. Intorno all’ora di cena la piazza comunale di Molenbeek dove Salah e i suoi fratelli giocavano da ragazzi è vuota. La sindaca Françoise Schepmans è provata e il municipio ha aperto le porte per gli abitanti del quartiere ancora sotto assedio perché si rincorrono voci di altri assalti in corso. ‘L’arresto di Abdeslam è una buona notizia’, dice la sindaca: ‘Ho sempre ammesso che in città c’è una rete jihadista ma non solo qui, anche altrove’.  La mattina del 14 novembre è stato lasciato dai suoi amici vicino alla sua casa natale. Poi ha fatto un piccolo giro, tra Schaerbeek e Forest, e forse altrove, ma alla fine è tornato a Molenbeek, sicuro che non ci fosse posto migliore per nascondersi.

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