Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, durante il suo intervento ad Atreju. Roma, 26 settembre 2015. ANSA/CLAUDIO PERI

Berlusconi e referendum…

Noi dobbiamo prendere coscienza del pericolo che ci può essere con la modifica della Costituzione perchè andremo verso una deriva autoritaria senza fine,    afferma Silvio Berlusconi nel corso di un comizio elettorale a Napoli a sostegno di Gianni Lettieri:  ‘Siamo in un momento  di democrazia sospesa, siamo governati da un premier e un governo che non sono eletti dal popolo, siamo governati da un governo sostenuto al Senato da 60 senatori che hanno tradito il voto del centrodestra, un governo che alla Camera si sostiene su 130 parlamentari che la corte costituzionale ha dichiarato incostituzionali. Questo presidente del Consiglio non eletto  dimostra una bulimia di potere preoccupante, occupa tutto l’occupabile,  persino la Rai,  e se passasse il referendum ci incamminiamo verso una situazione con una sola camera, un solo partito e un solo padrone.  In altre parole una situazione che io non esito a definire regime’. Berlusconi ha imparato una lezione a memoria e la ripete sempre in ogni luogo, in ogni occasione, in ogni evento. Penso che, forse, la ripete ogni mattina guardandosi allo specchio. Mondiale il ripeterla al ventennale di ‘Porta a Porta’, noncurante che non si festeggiava il Berluscon day ma il ventennale della trasmissione tv. Vittorio Feltri aveva segnalato un forte cedimento della lucidità politica dell’ex premier. Berlusconi  dimentica il ‘Patto del Nazareno’ in cui era d’accordo con Renzi rispetto a linee politiche da realizzare. Dimentica anche il fatto di essere stato  ‘scaricato’ dall’attuale premier, e segretario Pd,  nel momento in cui si intestò voti favorevoli alla riforma del Senato. Il Cavaliere, inoltre,  pretendeva di essere coinvolto nella nomina del Presidente della Repubblica,  cosa non prevista nel ‘Patto del Nazareno’. Lo smemorato di Arcore ritiene  fondamentale recuperare al centrodestra vaste aree di elettorato che si sono rifugiate nel non voto. Non so cosa pensare visto che a Roma scarta la Meloni e   sceglie Bertolaso. Lui, dice, di essere coerente con le sue scelte e di non essere disposto a   marcia indietro. Poi, tanto per smentirsi,  promuove un passo indietro di Bertolaso e candida Alfio Marchini. Brillante coerenza! Forse forse ha ragione Feltri…

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