Matteo Renzi si presenta a Berlino da protagonista, ammesso al ‘direttorio’ con Angela Merkel e Francois Hollande e prova a trasformare il ‘macigno’della Brexit, che continua a pesare e impensierire per la reazione dei mercati, in un’opportunità, un inatteso alleato nella richiesta di una svolta per una nuova Ue. Per un Europa più solidale, oltre che solida e più sociale e meno bancaria. ‘Non abbiamo tempo da perdere’, recita la dichiarazione finale congiunta del vertice di Berlino. Ma la partita più complicata si apre da qui a settembre, quando si dovrà dettagliare la risposta dell’Ue alla Brexit sui diversi dossier: immigrazione, tutela dei confini, sicurezza e crescita. L’Italia ha già messo nero su bianco nei mesi scorsi le sue proposte su economia e migranti. Ma ora proverà ad agire in concreto, spiegano fonti parlamentari, anche per ottenere nuovi margini di flessibilità. L’ipotesi è agire sugli investimenti da scorporare dal patto di stabilità. Una ‘boccata d’ossigeno’, perché le cifre ipotizzate, del tutto ufficiose, oscillano da 5 a 15 miliardi, che sarebbe preziosa, osservano fonti governative, per inserire misure come il taglio dell’Irpef nella manovra per il 2017. Il premier italiano fa capire la sua determinazione nella battaglia per la crescita quando avverte che bisogna considerare un problema il deficit ma anche il surplus di alcuni Paesi. E non serve che citi la Germania perché le sue parole risuonino come un messaggio alla Merkel. Ma è innanzitutto di metodo e volontà politica che parla Renzi nel primo lunedì ‘post-Brexit’. Nelle consuete comunicazioni al Senato e alla Camera che precedono il Consiglio europeo, il leader del Pd anticipa il messaggio che ribadirà anche nelle dichiarazioni congiunte con Merkel e Hollande la sera a Berlino. E dice senza mezzi termini che non si può far finta di niente ma bisogna rispettare la volontà del popolo inglese, dando concretezza all’uscita dall’Ue della Gran Bretagna, senza stare un anno a parlare di procedure. E poi voltare pagina nell’impostazione dell’Ue.
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