‘Io non dico che adesso va tutto bene, se qualcuno dice che va tutto bene curatelo. Ma bisogna anche dire che qualcosa è oggettivamente iniziato a cambiare ed è merito del Pd che ha scelto di cambiare e fare le cose concretamente, qualcuna riuscita meglio, qualcuna peggio. Oggi in questo paese c’è qualche diritto in più e qualche tassa in meno’, così Matteo Renzi ha iniziato il suo discorso alla Festa de l’Unità di Bosco Albergati, tornando, tre anni dopo, nel luogo dove lanciò la propria candidatura alla guida del Pd: ‘Anche io ho sbagliato a dare dei messaggi, perchè questo referendum non è il mio referendum, perché questa riforma ha un padre che si chiama Giorgio Napolitano. Ho fatto un errore a personalizzare troppo, bisogna dire agli italiani che non è la riforma di una persona, ma la riforma che serve all’Italia. Il referendum sulla riforma della Costituzione non c’entra niente con la legge elettorale e a questa riforma è quasi impossibile votare no. Il referendum prevede un sì o un no, se si dice no rimane tutto come è adesso ma se il referendum passa, i 500 milioni risparmiati sui costi della politica pensate che bello metterli sul fondo della povertà e darli ai nostri concittadini che non ce la fanno. A tutti quelli che vogliono cambiare la linea del Pd, e legittimamente anche il segretario, dico che è anche casa vostra, è un vostro diritto e una nostra gioia confrontarsi ma chi vuole cambiare linea e segretario c’ha il congresso ogni 4 anno e non una volta al giorno, in tutte le tv e i talk show. Basta con la rissa continua. Se qualcuno ha la sindrome Bertinotti per cui chiede sempre di più per non ottenere nulla, io dico che noi dalla sindrome Bertinotti siamo immuni. Lo dico qui in Emilia nel giorno in cui Romano Prodi festeggia il compleanno, e lui della sindrome Bertinotti sa qualcosa’.
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