Il ministro degli Interni, Angelino Alfano, apre all’ipotesi di rinviare la data del referendum se una parte della opposizione fosse disponibile a valutarla. Ai microfoni di Rtl, parlando del terremoto, Alfano ha detto: ‘Il governo non farà alcuna richiesta di rinviare il referendum ma qualora una parte della opposizione fosse disponibile a valutare un’ipotesi di questo genere io sono convinto che sarebbe un gesto da prendere in altissima considerazione’. Il ministro ha precisato di parlare a livello personale, ovviamente, e come responsabile del suo movimento politico. Ma arriva la smentita di fonti di Palazzo Chigi, secondo cui, a riprova che l’eventualità non sussiste, c’è nell’agenda di Matteo Renzi di domani sera, alle 21, la manifestazione di campagna elettorale a Padova. E, nella sua newsletter Enews, il premier scrive: ‘Manca un mese al referendum. La sfida è sul filo, bella e impegnativa. Ciascun voto può essere decisivo. Se vince il Sì, si cambia. Se vince il No, tutto resta com’è adesso. E resterà per decenni così. O si cambia o si resta come siamo’. Per quanto riguarda l’aspetto politico, sottolinea Alfano, siccome noi non abbiamo chiesto nessun rinvio della data elettorale, è chiaro che sul piano della polemica pubblica, anche della campagna elettorale, è una fatica parlare di referendum, non è facile parlare delle ragioni del Sì e del No mentre ci sono migliaia di sfollati. Noi abbiamo fatto le riforme costituzionali come i cittadini chiedevano da anni o da decenni e poi, come sa, la nostra Costituzione stessa prevede che a determinate condizioni si passi dal popolo, il Parlamento propone ma è il popolo a disporre, perché la Costituzione stessa prevede che se non ci sono i due terzi dei voti in Parlamento nell’approvazione alla riforma Costituzionale ci voglia il referendum ed ovviamente le date, la cronologia istituzionale, si tratta di un insieme di cose che non tiene conto di questa variabile drammatica e imprevista della vicenda dei terremoti che sono sopravvenuti rispetto a tutto quello che era il calendario istituzionale. E’ chiaro che quando abbiamo approvato la riforma costituzionale la legge prevedeva un tempo per la fissazione del Referendum, noi abbiamo rispettato tutte le scadenze, ed è chiaro che adesso questa data arriva e purtroppo lo fa in un momento drammatico in cui l’emergenza vera è restituire serenità a decine di migliaia di italiani, non è più la priorità il referendum, ma questo credo sia nel cuore degli italiani, non nel cuore o nella testa del Governo. ‘L’ipotesi di rinviare la data del referendum’, dice Fedriga, capogruppo alla Camera della Lega, ‘è inaccettabile e irrealizzabile. Dopo aver traccheggiato per troppo tempo e aver ipotizzato 1000 date, Renzi ha scelto il 4 dicembre. E’ vergognoso che ora l’esecutivo strumentalizzi e sfrutti in maniera opportunistica la tragedia del terremoto per cercare di rinviare la data del voto. O Alfano è un folle o vuole giocare con i drammi del paese. Invece di ipotetiche soluzioni di rinvio, il governo pensasse a trovare fondi e soluzioni concrete per le migliaia di cittadini colpiti dal sisma’.
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