‘Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo’, romanzo cavalleresco di Giacomo Giarraffa

Il Cervo Bianco, gruppo iniziatico di semplici praticanti alla ricerca, simbolica e non, di una Forma attraverso la quale si manifesta la Sapienza Primordiale, che assicura il collegamento tra il piano dell’immanente e quello del trascendente.  Il Cervo Bianco pubblica anche una rivista molto seguita in cui non viene in alcun modo ignorata la straordinaria sintonia di significati che collega tra loro i miti sacri di tutte le grandi civiltà. La rivista si rivolge anzitutto a coloro che avvertono il bisogno di una ricerca interiore, ma che non sanno nulla circa i modi e le vie attraverso cui questa ricerca può compiersi. Il Cervo Bianco si propone di indicare i possibili percorsi attraverso i quali realizzare l’Impresa. Il sapere della mente è un sapere astratto, privo di vita, che non conduce a realizzare un solo passo avanti nell’evoluzione interiore. Difatti, secondo un’antica massima ermetica, la Conoscenza non può che nascere dall’esperienza, dalle ‘cicatrici’ maturate sul campo: ‘Post Laborem Scientia’. Perché compito dell’Uomo non è credere passivamente in una Verità rivelata, ma realizzare quella Verità dentro di se. Praticanti della Via Ermetica, traggono ispirazione dal mito cavalleresco per proporre una lettura delle molteplici forme della Scienza Sacra. Giacomo Giarraffa  è  un affermato grafico, componente della redazione che cura la grafica della rivista, della quale è stato uno dei fondatori, presenta il romanzo ‘Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo’. Il lettore potrà scoprire un romanzo di valenza esoterica in cui la figura del cavaliere assurge a quella dell’eroe ermetico, il quale sublima le proprie battaglie di vita come equivalenti trasmutazioni alchimiche. E’ il senso profondo della cavalleria iniziatica, come  indica Luca Valentini nella sua introduzione, anche in veste di curatore di Orfeo, la nuova collana di narrativa e poetica esoterica, di Edit@ Casa Libraria di Taranto. Romanzo Cavalleresco in chiave esoterica in cui si narra della travagliata ricerca di Dio di un cavaliere di ritorno dalle Crociate che, costretto da una bufera di neve, passa la notte in un rudere di chiesa posta in un vecchio cimitero abbandonato sulle falesie della Bretagna. A fargli compagnia due strane figure: un guardiano albino del cimitero e un nano carbonaio che, dopo un incidente con il suo carretto, si ritrova anch’egli a ripararsi nel rudere. I dialoghi che ne vengono fuori dai tre personaggi portano il lettore a meditare sul significato della vita e della morte. Il finale a sorpresa porta il romanzo ad essere originale e non scontato come potrebbe sembrare.

Roberto Cristiano

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