Attimi di paura per Donald Trump durante un comizio a Reno, in Nevada, l’ultimo della giornata. Mentre stava parlando un improvviso trambusto in sala, proprio sotto il palco. Poi le immagini mostrano arrivare due agenti del Secret Service, afferrare concitatamente il candidato alla Casa Bianca e portarlo via di corsa dietro le quinte. Non e’ ancora chiaro cosa sia successo. Dopo alcuni minuti Trump e’ tornato davanti ai suoi fan e ha ripreso l’intervento affermando:’Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile per noi. Ma non ci fermeranno mai’.
IL VIDEO DEL COMIZIO DI DONALD TRUMP A RENO
Una persona e’ stata bloccata a terra ed arrestata da agenti di polizia e uomini del Secret Service al comizio di Trump Pochi istanti dopo che il candidato alla Casa Bianca era stato letteralmente trascinato via dal palco dagli agenti che vigilano sulla sua sicurezza. Le immagini mostrano un giovane portato via al centro di un capannello di poliziotti, alcuni dei quali in assetto anti sommossa. Donald Trump junior ha ritwittato sul suo account Twitter alcuni messaggi in cui si parla di tentativo di assassinio a proposito dell’incidente accaduto a un comizio del padre a Reno, in Nevada. Il Secret Service ha pero’ diffuso una dichiarazione in cui afferma come nessuna arma da fuoco sia stata trovata sul posto: ‘Improvvisamente in individuo non identificato di fronte al palco ha gridato ‘gun’ e alcuni agenti immediatamente lo hanno catturato. Dopo in controllo sull’uomo e nell’area circostante non e’ stata trovata alcuna arma’. Nell’ultimo weekend prima del voto infuria la battaglia finale negli stati ancora in bilico, con Hillary Clinton in leggero vantaggio che spera nell’alta affluenza delle ultime ore degli ispanici, soprattutto in Florida e in Nevada. Ma che sente il fiato sul collo di Donald Trump, capace di una straordinaria rimonta negli ultimi giorni. Sono 48 ore in cui tutto puo’ succedere, e ogni minimo dettaglio puo’ spostare voti e determinare il risultato di una gara ancora incerta. Come la nuova grana per Trump, con l’Associated Press che ha svelato le carte che smascherano la moglie Melania, rea, lei di origini slovene, di aver lavorato come modella negli Usa senza regolare permesso di soggiorno. Almeno dieci volte prima di ricevere la ‘green card’ nel 2001 e di diventare cittadina americana nel 2006, per un totale di oltre 20 mila dollari. Uno smacco per il marito, che della linea dura contro gli immigrati irregolari ha fatto il cavallo di battaglia del suo programma elettorale. Insomma, si e’ di fronte a un finale in linea con quella che e’ stata una delle campagne elettorali americane piu’ tese che si ricordino in epoca moderna. ‘Vinceremo e vinceremo alla grande’, continua a ripetere il tycoon in queste ultime ore, di comizio in comizio. Ma secondo gli ultimi pronostici, vedi quello del New York Times, Hillary Clinton ha ancora l’85% di probabilita’ di vittoria, contro il 15% dell’avversario. Mentre i democratici avrebbero il 55% di chance di riconquistare il controllo del Senato. Per la media dei sondaggi realizzata dal sito specializzato RealClearPolitics Clinton, che nelle ultime ore batte a tappeto Florida e Pennsylvania, ha incrementato leggermente il suo vantaggio, portandolo a 1,8 punti: 46,6% a 44,8%. Ma quel che conta e’ il dato sui grandi elettori. Sempre in base ai dati di RCP Clinton e’ a quota 216, Trump a quota 164, con 158 elettori in ballo negli stati in bilico. Ne servono almeno 270. Dunque, se e’ vero che l’ex first lady non ha ancora raggiunto il ‘magic number’, e’ anche vero che per essere superata da Trump questi dovrebbe praticamente sbancare in quasi tutti gli stati incerti. Intanto gia’ 33 milioni di americani hanno espresso la loro preferenza grazie all’early voting, il voto anticipato, a cui di solito ricorrono le minoranze (dagli afroamericani agli ispanici) e che tradizionalmente favorisce i democratici. Con un colpo di scena, la Corte Suprema Usa ha reintrodotto in Arizona la legge che considera il voto anticipato un reato: un brutto colpo per i democratici che sperano di strappare lo stato tradizionalmente repubblicano a Trump.