‘Le aziende che scelgono di assumere a Sud hanno la decontribuzione totale come il primo anno del Jobs act. Ed è una misura importante. Chi lo fa a Milano no, chi lo fa a Verona no, anche perché in quelle aree siamo tornati al livello del 2008, ma chi vuole investire su Caltanissetta o altri comuni del Sud, ha la possibilità di avere questa decontribuzione’, afferma a Caltanissetta il premier. Ridurre la disoccupazione giovanile, in particolare al Sud, è una priorità del governo, ha aggiunto il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti: ‘Per questo abbiamo deciso di utilizzare le risorse comunitarie del Programma Nazionale per l’Occupazione al finanziamento della decontribuzione totale fino a 8.060 euro, per 12 mesi, per gli imprenditori delle regioni meridionali che, nel 2017, assumeranno a tempo indeterminato o in apprendistato giovani tra i 15 ed i 24 anni, e disoccupati con più di 24 anni privi di impiego da almeno sei mesi. Nei prossimi giorni verranno definiti gli atti amministrativi per assicurare l’operatività di questa misura dal primo gennaio. Se l’Unione Europea, come auspichiamo, rifinanzierà la Garanzia Giovani, intendiamo estenderla a chi, su tutto il territorio nazionale, assumerà i giovani iscritti al programma’. Renzi dice che questo nuovo giro di valzer decontributivo riservato soltanto al mezzogiorno d’Italia costerà qualcosa come 730 milioni, e afferma di non avere nostalgie per la Cassa per il Mezzogiorno che ha generato capannoni vuoti tirati su in poche settimane, in improvvisate zone industriali con il solo intento di prendere un po’ di quattrini senza produrre niente. Questo nuovo giro decontributivo in qualche maniera rievoca quel passato, perché non lascerà niente. Il Mezzogiorno produttivamente è in piena desertificazione e servono veri investimenti perché solo quelli possono creare lavoro vero, finalizzato allo sviluppo e non al semplice maquillage, e non è comprensibile che si punta ancora sulla decontribuzione, l’incentivo a pioggia, che mostrerà tutta la sua inconsistenza. Nei primi nove mesi del 2016 sono stati stipulati un milione 213 mila 334 contratti a tempo indeterminato. Essendo state le cessazioni un milione 168 mila 879 si ha un saldo positivo di 47.455 rapporti con un crollo del 90 per cento rispetto al 2015 quando il saldo fu di 519.690 contratti. Motivo? La decontribuzione totale è cessata ed è contestualmente venuto meno l’interesse delle aziende. Negli stessi nove mesi sono stati venduti la bellezza di 109 milioni e mezzo di voucher con un incremento del 34,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015 quando ne furono piazzati 81 milioni e trecentomila. Insomma, il lavoro serve, purché sia a buon prezzo. Per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, bisogna ragionare su quante risorse sono state investite sulla decontribuzione. E chiedersi se quelle risorse, investite per la creazione di lavoro, avrebbero potuto dare risultati migliori.
Cocis