“Espulsioni dopo un solo grado di giudizio. Saranno necessari decenni per risolvere il problema. L’Isis? Prima o poi colpirà anche noi”. Lo afferma il capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, in una intervista al Quotidiano Nazionale. Sul fatto che quasi tutti i migranti chiedono asilo politico, solo il 5% lo ottiene poi tutti gli esclusi fanno ricorso e perché la procedura giudiziaria si completi passino almeno due anni, spiega che è possibile semplificare e sveltire: «Lo faremo – assicura -. La normativa europea prevede almeno un grado di giudizio, il nostro sistema giudiziario ne presuppone tre. Intendiamo fermarci al primo». I Cie, ribadisce, “sono previsti dalla legge e rappresentano uno strumento indispensabile per trattenere gli immigrati in attesa di espulsione.
Oggi sono operativi solo quelli di Torino e Caltanisetta, ai due estremi del Paese: chiaro che non bastano”. Quanto al terrorismo islamico che ancora non ha colpito in Italia, “Ho letto tante fandonie – osserva -. C’è chi pensa che sia ancora in vigore il lodo Moro, come se si potesse interloquire con l’Isis, con i suoi mille cani sciolti e con le sue cellule dormienti come si fece un tempo con i terroristi palestinesi…Balle. Tutte balle”. Parla di “ottimo lavoro di prevenzione” e spiega che “noi non abbiamo sacche gravi di marginalizzazione e i sospetti terroristi li espelliamo subito”. “Se la smettessimo di giudicarci più coglioni degli altri – sottolinea – scopriremmo che in molti casi siamo migliori. Grazie al controllo capillare del territorio abbiamo neutralizzato l’attentatore di Berlino, e mentre la Germania, e dico la Germania, ci ringraziava, noi polemizzavamo sul fatto che fossero stati resi noti i nomi dei due splendidi poliziotti che hanno compiuto l’azione”. Prima di uscire da questa situazione ” passeranno anni, decenni e forse generazioni. Prima o poi pagheremo anche noi un prezzo, non c’è dubbio. Inutile illudersi. Ma è chiaro che saremmo sconfitti solo se ci lasciassimo condizionare nella nostra quotidianità».