Trump con un paio di interviste ha centrato al cuore la Nato e il progetto di integrazione europea, santificando la Brexit e invitando gli altri paesi dell’Unione a seguire Londra su quella strada, mettendo all’angolo quella che è considerata da tutti la nazione-guida europea cioè la Germania. Bisogna ammettere che il suo affondo contro Berlino scalderà molti cuori e gli stessi politici europei, a cominciare dai tedeschi, che commetterebbero un gravissimo errore se lo derubricassero a semplice sparata in preparazione del trionfale ingresso alla Casa Bianca. Ha detto il neo-presidente alla Bild: ‘L’Unione Europea di base rappresenta soltanto un mezzo per raggiungere gli obiettivi della Germania’. In realtà ha detto quello che tutti pensano. La Merkel ha risposto con apparente sufficienza: ‘Penso che noi europei abbiano nelle mani il nostro destino’. Il problema reale è nell’aggettivo: ‘nostro’. La Merkel è convinta di aver guidato l’Europa avendo come punto di riferimento l’interesse di tutti e non soprattutto quello del suo Paese. L’opinione che in questi anni si è sempre più consolidata è che le scelte di Berlino siano state orientate da una semplice convinzione: ciò che è bene per la Germania è bene per l’Europa. Ma quanti in Grecia si sono sentiti titolari del proprio destino, quanti hanno potuto gestirlo con le proprie mani e quanti sono invece giunti alla conclusione che siano state le mani di altri, ispirate da Berlino, a gestirlo al loro posto, anzi contro di loro. La Merkel e Schaeuble si sono preoccupati molto del rispetto delle regole da parte degli altri soci del club di Bruxelles, tranne quando sono stati beccati a violarle. In questo caso hanno addirittura negato che la cosa fosse avvenuta, forse perché la contestazione riguardava il tema dell’avanzo commerciale, su cui Berlino lucra da tempo notevoli benefici a discapito di tutti gli altri. Cosa che, diciamolo con chiarezza, avviene nella ‘disattenzione’ di Bruxelles. ‘Continuerò a impegnarmi affinché i 27 Stati membri collaborino in modo intenso e soprattutto rivolto al futuro. Ora aspetto l’insediamento del presidente americano, a quel punto coopereremo con la nuova amministrazione e vedremo che tipo di intese possiamo raggiungere. La lotta al terrorismo è una sfida globale, ma separerei nettamente tale questione da quella dei rifugiati’, è stato il commento completo della Merkel alla dichiarazione di Trump. Il segretario di Stato uscente John Kerry ha difeso come coraggiose le scelte di Merkel sui profughi e definito inopportune le parole di Trump. Dietro le quinte la cancelliera si sta adoperando per incontrare presto il nuovo inquilino della Casa Bianca: il suo staff starebbe cercando di fissare un appuntamento in primavera, Merkel potrebbe volare negli Usa nella sua funzione di attuale presidente del G20.
Cocis