Il ddl che dovrà tornare all’esame della Camera prevede sostanzialmente misure di prevenzione e di educazione nelle scuole sia per le vittime, sia per i ‘bulli’. Tra le novità: la definizione del fenomeno e la possibilità, per il minore (anche senza che il genitore lo sappia) di chiedere direttamente al gestore del sito l’oscuramento o la rimozione della ‘cyber aggressione’. Nel caso in cui il gestore ignori l’allarme, la vittima, stavolta con il genitore informato, potrà rivolgersi al Garante per la Privacy che entro 48 ore dovrà intervenire.
Il disegno di legge istituisce, tra l’altro, un Tavolo tecnico interministeriale presso la Presidenza del Consiglio con il compito di coordinare i vari interventi e di mettere a punto un Piano integrato contro il bullismo via web. E stabilisce la procedura di ammonimento come nella legge anti-stalking: il bullo over 14 sarà convocato dal Questore insieme a mamma o papà e gli affetti dell’ammonimento cesseranno solo una volta maggiorenne. Ogni scuola dovrà individuare tra i prof un addetto al contrasto e alla prevenzione del cyberbullismo che potrà avvalersi della collaborazione delle Forze polizia.
Il ddl è una risposta concreta, osserva Save the Children.
Soddisfatta il ministro Anna Finocchiaro che parla di passo importante visto che un uso distorto della rete da parte di un singolo o di un gruppo di persone può portare, se indirizzato verso un minore, a conseguenze tragiche. Nonostante l’ apprezzamento bipartisan (hanno votato sì anche i senatori del M5s) , non votano il ddl i senatori di ‘Idea’ Carlo Giovanardi e Gaetano Quagliariello. Per loro, con il ddl si vuole imporre la teoria gender nelle scuole.