Foto Daniele Leone / LaPresse 04/12/2014 Roma, Italia Cronaca Mafia Roma, la lupa capitolina vista attraverso le luci di un mezzo dei Carabinieri. Campidoglio

Mafia Capitale, archiviate le posizioni di 113 indagati

‘Elementi inidonei a sostenere l’accusa in giudizio’. Con questa motivazione il gip del tribunale di Roma ha archiviato 113 posizioni in relazione all’inchiesta ‘Mafia Capitale’. Tra gli indagati per cui nei mesi scorsi i pubblici ministeri avevano sollecitato la chiusura definitiva del caso ci sono politici, come il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, imprenditori e altri professionisti che erano stati tirati in ballo dopo le dichiarazioni di alcuni degli imputati principali.

Il giudice Flavia Costantini con un provvedimento motivato di 82 pagine spiega per ogni singolo fatto contestato che le ipotesi iniziali dell’accusa sono da ritenere ‘insufficienti’. Gli unici che non hanno beneficiato della decisione del gip sono l’imprenditore Salvatore Forlenza e gli ex consiglieri comunali di centrosinistra Luca Giansanti e Alfredo Ferrari. Per alcuni imputati nel processo che è in svolgimento nell’aula bunker di Rebibbia, come Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e Luca Gramazio, sono caduti dei singoli episodi. Anche l’ex sindaco Gianni Alemanno, sotto processo per corruzione, oggi viene a definirsi con l’archiviazione l’accusa di aver partecipato ad una associazione a delinquere.

Nel lungo elenco pure quei soggetti da cui partì l’investigazione dei carabinieri del Ros, come l’ex terrorista nero Luigi Ciavardini od il sospetto mafioso Ernesto Diotallevi, il commercialista Marco Iannilli, il manager Fabrizio Franco Testa, l’ex delegato allo sport del Campidoglio, Alessandro Cochi; l’ex consigliere di centrodestra Paolo Pollak; Gennaro Mokbel, il gioielliere condannato in primo grado a 15 anni per la truffa a Fastweb e Tis.

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, era stato indagato per sospetto concorso in corruzione per due episodi avvenuti prima del 2011 e nel 2013 e per turbativa d’asta a causa di una serie di dichiarazioni che aveva fatto Salvatore Buzzi, uno dei principali imputati, durante gli interrogatori.

Dopo le sue accuse gli inquirenti avevano svolto delle verifiche che però non hanno portato a niente. Tra le altre persone per cui è stata chiesta ed ottenuta l’archiviazione, Vincenzo Piso, parlamentare attualmente iscritto al gruppo Misto che era indagato per finanziamento illecito; Daniele Leodori, presidente del Consiglio Regionale del Lazio. Tra gli indagati accusati di associazione mafiosa, il reato più grave tra quelli ipotizzati, è stata ottenuta l’archiviazione per Riccardo Mancini e Antonio Lucarelli collaboratori di Alemanno e gli avvocati penalisti Paolo Dell’Anno, Domenico Leto e Michelangelo Curti.

In archivio alcune accuse per l’ex capo di gabinetto di Zingaretti, Maurizio Venafro (indagato per corruzione), la ex presidente del primo municipio della capitale, Sabrina Alfonsi (indagata per concorso in corruzione), l’ex consigliere comunale della lista Marchini, Alessandro Onorato (concorso in corruzione). Nell’elenco delle posizioni archiviate figurano anche i nomi degli imprenditori Luca Parnasi (corruzione).

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