Al Teatro Trianon di Napoli, dal 17 a al 23 marzo prossimi, Biagio Izzo in scena con ‘Bello di papà’, commedia scritta e diretta da Vincenzo Salemme, andata in scena per la prima volta a Orvieto il 18 novembre del 2006, con la regia dello stesso autore, che vi recitò nel ruolo del protagonista.
La commedia narra di una coppia, in cui il protagonista maschile non vuole avere figli, mentre ne desidera la sua compagna. La loro vita viene trasformata dalla necessità di accogliere in casa il miglior amico del protagonista, che crede di essere un bambino di sette anni e che progressivamente, nel giro di un mese, cresce fino a diventare maggiorenne. Si tratta di un inganno della compagna del protagonista, attraverso il quale si è proposta di dimostrare la bellezza dell’avere un bambino.
‘Credo che l’idea mi sia venuta quando in tutto il mondo occidentale arrivavano i primi segnali della crisi economica che ancora oggi fatichiamo a superare’, dice Salemme.
Antonio Mecca (Biagio Izzo) è un dentista affermato, con una bella casa ed una bellissima compagna ucraina (Yuliya Mayarchuck). Conservatore, maniaco dell’ordine e della pulizia, egoista e classico cinquantenne del sud, è terrorizzato dall’idea di un potenziale matrimonio, ma soprattutto da quella di avere dei figli. Un giorno in casa sua fa irruzione uno psichiatra (Mario Porfito) che gli annuncia il tentato suicidio del suo caro amico Emilio (Domenico Aria) e che il tragico evento lo ha portato a regredire mentalmente fino all’età di sette anni. L’unica terapia per farlo rinsavire è farlo vivere per alcuni mesi passando gradualmente, tramite ipnosi, dai sette ai dodici fino ai diciotto anni.
Il problema è però che il 45enne Emilio è orfano e non ha nessuno che possa tenerlo, quindi Antonio è costretto controvoglia a prenderlo in casa ‘interpretando’ il ruolo del padre. Come se non bastasse prenderanno parte alla messa in scena, loro malgrado, anche il basso fratello di Antonio (Arduino Speranza) e la sua consorte (Rosa Miranda), la mamma un po’ andata (Adele Pandolfi) e l’assistente dello psichiatra (Luana Pantaleo), anch’essa regredita allo stato di bambina. Il tutto genererà gag a non finire, equivoci, risate, costringendo il povero Antonio a fare i conti con la realtà genitoriale che ha sempre cercato di evitare, in uno scontro generazionale dal finale imprevedibile.
Il dentista protagonista della commedia rappresenta, in versione comica, il travaglio sociale, economico e psicologico di una gran parte della cosiddetta generazione dei cinquantenni, che dall’inizio di questo millennio viene messa sempre in discussione. Antonio Mecca è il classico uomo che ha raggiunto una posizione sociale, ma che allo stesso tempo la sente, questa posizione, vacillare sotto i colpi del cosiddetto ‘Nuovo che avanza’. E il nuovo che avanza sono i giovani che vogliono prendere i posti di comando. Antonio ha paura di ogni novità, è un vero conservatore, conservatore di danaro, ma soprattutto conservatore di affetti. Profondamente sarebbe un buono, ma costantemente ha paura di essere fregato, ed è per questo che non si è mai sposato. Vive con una bellissima ragazza ucraina, che gli piace da morire, ma che teme come un invasore, invasore della casa e soprattutto del conto corrente perché Marina, l’ucraina, vorrebbe costruire una famiglia con Antonio e vorrebbe soprattutto dei figli.
Una commedia che propone una farsa napoletana che diverte molto, anche più di quanto ci si aspettasse, regalando due ore di sane risate, meritando assolutamente la visione, grazie alla dinamica regia di Vincenzo Salemme e alla presenza in scena di Biagio Izzo, autentico mattatore, che rende sicuramente di più sul palcoscenico che sul grande schermo, e che incanterà tutti con la sua consolidata e brillante verve comica.
Teatro Trianon di Napoli
‘Bello di papà’
Testo e regia di Vincenzo Salemme
Con Biagio Izzo, Mario Porfito, Domenico Aria, Adele Pandolfi, Yuliya Mayarchuck, Rosa Miranda, Arduino Speranza, Luana Pantaleo
Scene Alessandro Chiti, musiche di Antonio Boccia, costumi di Francesca Romano Scudiero, Disegno luci di Luigi Ascione, Aiuto regia Antonio Guerriero, Assistente alla regia Raffaella Nocerino, produzione esecutiva Claudio Formisano, organizzazione Martina Parisi.
Rosaria Palladino