Gli italiani userebbero un’arma in casa di minaccia o pericolo? Il 41,3% degli italiani dichiara che vi farebbe ricorso se messo in una situazione di pericolo, mentre il 22% degli intervistati è ‘sicuro’ che lo farebbe. Le risposte emergono dal sondaggio Eurispes (gennaio 2017) su armi e legittima difesa, che evidenzia un sentimento di insicurezza che si è alimentato negli ultimi anni tra la popolazione. E’ il frutto della sensazione di mancanza di protezione derivante dal fatto che certe fenomenologie di reato non vengono punite come gli italiani si aspettano, commenta il presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara.
Solo il 25,8% probabilmente non utilizzerebbe le armi sotto minaccia e il 10,9% esclude nettamente tale possibilità. Gli uomini si dimostrano decisamente più propensi all’utilizzo di un’arma rispetto alle donne.
Alta è anche la percentuale tra quanti dichiarano che utilizzerebbero sicuramente un’arma in caso di pericolo. Il dato più alto si registra nelle persone di 18-24 anni (29%), seguite da 45-64enni (24,9 %) e dai 35-44enni (21,7%). Mentre tra quanti hanno dichiarano che sicuramente non ricorrerebbero a un’arma in caso di pericolo, la percentuale più alta è presente nelle persone di 65 anni e oltre (30,3%), seguite dai soggetti di 35-44 anni (26,9%) e di 45-64 anni (25,4). I dati evidenziano una maggiore propensione a difendersi con le armi nei giovani (18-34 anni). “Anche se l’attività delle forze dell’ordine è molto intensa i cittadini avvertono che le leggi non danno una punizione adeguata. Davanti all’evanescenza delle leggi – spiega il presidente dell’Eurispes – il cittadino ha la tentazione di fare da sé”.
Alla domanda se siano da incriminare i cittadini ‘per aver reagito durante un furto in casa/nel proprio negozio sparando e ferendo o uccidendo gli aggressori’ il 42,7% risponde che ‘non dovevano essere incriminati e il 48,5% è del parere che ‘devono essere incriminati nei casi in cui la reazione non sia commisurata al pericolo’.