Due persone sono state fermate perchè ritenute coinvolte nell’omicidio di Emanuele Morganti, il ragazzo di 20 anni ucciso fuori da un locale ad Alatri, in provincia di Frosinone, nella notte tra venerdì e sabato. Il fermo è stato eseguito dai carabinieri del Reparto operativo provinciale di Frosinone. Nei giorni scorsi nove sospetti erano stati interrogati a più riprese dagli inquirenti. L’inchiesta è coordinata dalla Procura locale.
Alle 11, presso il comando dei carabinieri di Frosinone si terrà una conferenza stampa. Sempre oggi è prevista una giornata di lutto cittadino e alle 11 sarà osservato un minuto di silenzio in ricordo della vittima. Domani, dalle 19, si terrà la marcia promossa dal Comune di Alatri “contro ogni forma di violenza – si legge nel l’ordinanza della sindaco – e per esprimere la vicinanza della città al dolore della famiglia di Emanuele”. La manifestazione, cui parteciperanno il primo cittadino, le associazioni di categoria, le parrocchie e gli abitanti della zona, partirà da piazza Santa Maria Maggiore, dove è avvenuto il pestaggio, e si snoderà per le vie del centro storico.
Emanuele è morto domenica, dopo quasi due giorni di agonia, in un letto del policlinico Umberto I di Roma. Il giovane operaio è arrivato in elisoccorso al policlinico della capitale la notte tra venerdì e sabato, in condizioni già disperate. Subito è stato sottoposto a un intervento chirurgico per provare a ridurre le lesioni alla testa causate dai colpi ricevuti. I medici dell’ospedale romano hanno rilevato la rottura delle vertebre cervicali e varie fratture craniche. L’operazione non è bastata a salvargli la vita: il ragazzo è morto domenica e i suoi genitori hanno dato il consenso alla donazione degli organi. L’agguato, nella piazza centrale di Alatri, è avvenuto dopo che il giovane ha difeso la fidanzata da un ubriaco che la molestava in un locale.