Nasce una nuova tendenza nel mondo dell’arte: ‘Il collezionista di vagine’

Il grande clamore mediatico che coinvolge politici ed escort sta generando una nuova moda nei salotti bene Italiani, quella di collezionare quadri ispirati alla vagina. Ha dato inizio a questa rivoluzione e provocazione artistica il noto pittore e scultore Italiano Hypnos.

Le escort piu’ raffinate hanno richiesto al noto artista italiano di realizzare delle riproduzioni fedeli della loro porta del piacere ( la vagina) e i clienti piu’ facoltosi delle professioniste del piacere acquistano dalle stesse queste opere originali a prezzi di tutto rispetto.Il noto critico d’arte Andrea De Liberis ne parlare delle vagine d’ autore di Hypnos in una nota sostiene che: ‘Le opere di Hypnos sono lontane anni luce dalla volgarità della prostituzione più bassa, quella da lupanare di quart’ordine o di stradaccia di periferia male illuminata, così come sono altrettanto lontane dallo squallore vieppiù acciecante della prostituzione dorata, quella dei ‘piani alti’, delle cifre da stipendio medio di operaio per dieci minuti del proprio tempo,dove le lavoratrici del sesso non sono più puttane, ma ‘escorts’ (accompagnatrici); in realtà sono molto più vicine ad un femminino sacro, a rituali di fertilità ancestrali.”

Il noto pittore nel parlare delle sue opere afferma: ‘Per il suo naturale fascino, oltre che per l’ancestrale potere evocativo quale porta della vita, la vagina ha assunto un ruolo di protagonista anche in diverse opere d’arte di età contemporanea. Questa associazione della vulva e del ventre divino con la nascita, la morte, la rigenerazione è uno dei principali temi mitici nell’arte preistorica. Probabilmente risale al Paleolitico (Età della pietra), è chiaramente presente nel Neolitico (quando ebbe inizio l’agricoltura) e in varie forme sopravvive nel’Età del bronzo e anche in epoche storiche più tarde. Numerose sculture (gli archeologi chiamano figurine di Venere o della Dea), ma anche altri oggetti cerimoniali emersi dagli scavi. hanno vulve fortemente accentuate. Siccome l’arte preistorica si occupa prevalentemente dei miti e rituali, è indubbio che queste vulve hanno un significato religioso. Per esempio, nella comunità neolitica di Lepenski Vir (in una regione settentrionale dell’ex Jugoslavia), furono ritrovate cinquantaquattro sculture in arenaria rossa, intagliate in massi ovali collocati attorno ad altari a forma di vulva e di utero, in santuari che avevano anch’essi la forma del “triangolo pubico . Alcune di queste sculture, che risalgono a oltre 8.000 anni fa, presentano incise il volto della Dea e decorazioni a forma di V, che indicano la vagina sacra. Similmente, un gruppo di fìgurine ritrovate in Moldavia (nella Romania nord-orientale, risalenti a circa 7.000 anni fa, mostrano triangoli pubici molto stilizzati con decorazioni a forma di V. Una Dea di 6.000 anni ritrovata in Bulgaria la ‘Signora di Pazardzik’, in trono, tiene le braccia ripiegate sulla sua vulva incisa in rilievo. Il suo triangolo sacro è ornato da una doppia spirale, un antico simbolo di rigenerazione. Simile in modo stupefacente è una Dea giapponese, pressappoco della stessa epoca, con doppie spirali sul busto e un triangolo pubico capovolto fortemente stilizzato. Su di un piatto rinvenuto nelle Cicladi che risale a circa 4.500 anni fa, una vulva molto stilizzata è fiancheggiata da rami, sotto un gran numero di spirali, in quel che pare un mare spiraliforme. In altre località la vulva è rappresentata da simboli presi dalla natura, come il bocciolo di un fiore o una ‘conchiglia di cipria’ (le ciprie sono state ritrovate tra gli scheletri che risalgono a oltre 20.000 anni fa, ad indicare che la pratica di porre queste conchiglie nelle sepolture  come simboli del potere femminile rigeneratore risale alla più remota antichità). Gli antichi egizi spesso decoravano i sarcofagi con conchiglie di ciprea, e persino ai tempi dell’lmpero Romano essi venivano ancora considerati un potente simbolo di rigenerazione’.

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