La Presidenza del Consiglio è di fatto il più grande ‘dirigentificio’ pubblico del Paese. Sono 27 i super-super burocrati, tra Segretariato generale e Dipartimenti. Per dare un termine di paragone consideriamo che all’Economia con lo stesso rango sono solo quattro e tutti si portano a casa uno stipendio annuo da 200mila euro circa.
Altri 70 dirigenti di prima fascia, quelli che negli altri ministeri fanno i direttori generali, che si collocano sui 160-170mila euro l’anno. E a tutti questi si aggiungono altri 170 manager di seconda fascia, a quota 90-100mila euro. Retribuzioni lorde che arrivano anche a 12 volte il reddito pro-capite italiano, quando in Germania non superano le 5 volte e in Francia le 6,5 volte le buste paga del lavoratore medio. Mentre, rispetto al Regno Unito, sono più elevate di almeno il 20-25%.
E senza contare tutti gli staff e i gabinetti del Presidente del Consiglio, dei sottosegretari, dei ministri senza portafoglio: fanno comunque capo a Palazzo Chigi le strutture della Funzione pubblica, quelle delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento, come quelle dello Sport o delle Pari opportunità.
Al vertice di Palazzo Chigi c’è, come segretario generale, Paolo Aquilanti, braccio destro da qualche anno di Maria Elena Boschi: già consigliere parlamentare, è stato nominato recentemente consigliere di Stato. La sua retribuzione? Sul sito, nella sezione ‘trasparenza’, si legge ‘a titolo gratuito’. E’ un paradosso perché il dottor Aquilanti prende lo stipendio come magistrato amministrativo che va ben oltre i 200mila euro.
Come accade per i tre vice: Luigi Fiorentino e Salvatore Nastasi, che sfiorano i 213mila euro, mentre per Antonino Rizzo Nervo, uomo-Rai, approdato alla Presidenza con Paolo Gentiloni a gennaio scorso, si parla di 149 mila euro circa come ‘indennità di carica’.
Arriva al tetto dei 240mila euro l’anno tondi tondi il numero uno della Protezione civile, Fabrizio Curcio. E attorno ai 200mila euro si collocano anche i cinque consiglieri parlamentari schierati a Palazzo Chigi: ci riferiamo a Marco Caputo, Annalisa Cipollone, Carla Ciuffetti, Cristiano Ceresani, anche lui arrivato a Piazza Colonna con la Boschi, essendo stato il suo capo dell’ufficio legislativo e oggi il Capo dell’Ufficio di segreteria del Consiglio dei Ministri, e Roberto Cerreto, nuovo capo del delicato Dipartimento degli Affari giuridici al posto di Antonella Manzione, l’ex guida dei vigili di Firenze, che a sua volta incassava circa 207mila euro per l’incarico.
Sullo stesso livello si posizionano altri cinque Capi dipartimento di primo piano: Vincenzo Donato, Pia Marconi, Giovanni Roberto Marino, Antonio Naddeo, Ferruccio Sepe che percepiscono uno stipendio che va tra 200 e 202mila euro.