Ieri la protesta di 24 ore decisa dai sindacati Alitalia nel giorno della presentazione del piano industriale, per dire no proprio a quel piano, alla richiesta di circa 2mila esuberi ed al taglio delle retribuzioni del personale navigante tra il 20% ed il 30%. Per far fronte allo sciopero, la compagnia ha cancellato il 60% dei voli, ma ha attuato un piano straordinario che ha permesso di riproteggere su altri voli il 92% dei passeggeri coinvolti. Non si sono quindi registrati particolari disagi per i viaggiatori, ma i lavoratori si sono fatti sentire con presidi e cortei all’aeroporto di Fiumicino. L’adesione è stata altissima: in media del 90% secondo la Filt Cgil. Forti del risultato dello sciopero, i sindacati tornano a chiedere all’azienda di modificare le richieste sul tavolo, ritenendo inaccettabili licenziamenti e tagli agli stipendi.
Il costo del lavoro in Alitalia è una delle componenti ma non è la prima e non è la principale: il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti afferma che nel confronto in atto tra Governo e sindacati sulla compagnia non può essere caricato tutto sul costo del lavoro e sul sacrificio dei lavoratori: ‘Bisogna agire sulle altre componenti. Il Governo è impegnato, bisogna dare una prospettiva all’azienda, cercare la strada per dare un futuro alla compagnia’.
Se si vuole raggiungere l’accordo bisogna cambiare il piano. E’ con questa richiesta che i sindacati torneranno domani a sedersi al tavolo di confronto con Alitalia. E lo faranno con la forza dello sciopero di 24 ore che ha ottenuto adesioni altissime. E’ stata la giornata dello sciopero, nefasta per i milanesi che hanno dovuto fare i conti anche con lo stop dei lavoratori dell’Atm, con metro chiuse e disagi per tram, autobus e filobus. L’adesione è stata altissima: in media del 90% secondo la Filt Cgil.