GENOVA. Il tribunale di Genova accoglie il ricorso presentato da Marika Cassimatis, ex candidata sindaco del M5s di Genova sulla cui candidatura il leader Beppe Grillo aveva posto il veto.
La conferma c’è stata, abbiamo vinto su tutti i fronti, commenta all’Adnkronos Cassimatis, hanno accolto tutte le nostre richieste e siamo soddisfatti, siamo contenti ed è stata una battaglia per la libertà di espressione. Un ‘Fidatevi di me’, ha continuato, non fa giurisprudenza.
Beppe Grillo, in quanto garante del Movimento 5 Stelle, non ha alcun potere di intervento nel processo di selezione delle candidature locali, si legge nell’ordinanza. Il Codice Etico, sottolinea il giudice, nella parte in cui introduce la figura del ‘garante’ del M5S, fa riferimento ai comportamenti richiesti ai portavoce dell’associazione nonché a coloro che sono stati eletti a cariche pubbliche, ma non concerne invece i semplici candidati alle elezioni locali.
Più avanti si legge che al ‘capo politico’ del Movimento, figura presente nel Regolamento pentastellato, è riconosciuto un ruolo di indirizzo e impulso particolarmente penetrante che però, proprio nella specifica materia della selezione delle candidature, non si identifica nel ‘diritto di ultima parola.
La decisione finale è infatti affidata alle deliberazioni/votazioni assunte dalle assemblee telematiche che il capo politico può convocare a sua discrezione nel rispetto delle forme e dei tempi statutari, le quali alla fine producono deliberazioni ‘vincolanti per il capo politico del Movimento 5 Stelle e gli eletti’ sullo specifico oggetto delle candidature da sottoporre all’elettorato.
Sul suo profilo Facebook, Cassimatis ha pubblicato un post: ‘Abbiamo vintoooooo! #davidecontrogolia #genova2017 #m5s’.
‘Io e l’avvocato Alessandro Gazzola siamo completamente soddisfatti, in quanto hanno trovato accoglimento totale entrambe le istanze che avevamo presentato, ovvero lo stop alla sospensione dal Movimento 5 Stelle di Marika Cassimatis e il ripescaggio della lista di Luca Pirondini’, così Lorenzo Borrè, uno dei due legali di Marika Cassimatis, commenta con l’AdnKronos la decisione del giudice. La patata bollente ora passa al M5S, che dovrebbe uniformarsi a quanto deliberato dal tribunale. Il candidato legittimo, sottolinea l’avvocato, è la professoressa Cassimatis e il Movimento dovrebbe darle il simbolo, la cui titolarità è della seconda associazione nata nel 2012, la quale ha tra le sue finalità statutarie proprio quella di consentire la candidatura delle persone scelte dall’associazione del 2009.