Ha condotto le indagini in modo sbagliato. Per questo il capitano del Noe, Gianpaolo Scarfato, è indagato dalla Procura di Roma nell’ambito delle indagini sugli appalti Consip. Secondo l’invito a comparire firmato dal pm Mario Palazzi e dall’aggiunto Paolo Ielo, Scarfato è accusato di falso materiale e falso ideologico perché nella qualità di pubblico ufficiale redigeva un’informativa nella quale, al fine di accreditare la tesi del coinvolgimento di personaggi asseritamente appartenenti ai servizi segreti, ometteva scientemente informazioni ottenute a seguito di indagini esperite.
In particolare, Scafarto uno dei militari impegnati nel recupero, a Roma, di ‘pizzini’ scritti nell’ufficio dell’imprenditore Alfredo Romeo, dopo aver affermato che durante lo svolgimento dell’indagine ‘lo scrivente ed altri militari di questo comando hanno il ragionevole sospetto di ricevere attenzioni da parte di qualche appartenente ai servizi’, a conforto di ciò, sempre Scafarto, indicava, tra l’altro, la presenza di una vettura sospetta il cui conducente è risultato poi essere identificato come autista dell’Opera Pia stabilimenti spagnoli in Italia, e residente a pochi metri dal luogo di parcheggio della vettura.
Il problema è che l’ufficiale è accusato di aver commesso l’infrazione proprio nell’ambito dell’indagine che, partendo dall’imprenditore napoletano Romeo, in carcere con l’ipotesi di corruzione, è arrivata al padre dell’ex premier Matteo Renzi, accusato di traffico di influenze, al ministro Luca Lotti e al comandante generale dell’Arma Tullio del Sette, questi ultimi indagati per favoreggiamento.
Ieri Scafarto davanti ai pubblici ministeri si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il procuratore Giuseppe Pignatone e il pm Mario Palazzi gli contestano di avere attribuito a Romeo affermazioni relative a un incontro con Tiziano Renzi: ‘Renzi, l’ultima volta che l’ho incontrato’, una frase che, in realtà, è stata pronunciata dall’ex parlamentare Italo Bocchino.
L’indagine per la procura sarebbe stata dunque depistata e non ci sarebbero prove dell’incontro tra Romeo e Tiziano Renzi. Era stata la stessa procura, all’inizio di marzo, a revocare la delega di indagini su Consip al Noe dei carabinieri.
Interrogato Scafarto si è avvalso della facoltà di non rispondere ma il suo legale fa sapere: ‘Appena saremo in condizione di farlo chiederemo di essere sentiti per chiarire la nostra posizione. La scelta di non rispondere alle domande dei pm rientra in una mia strategia difensiva. Ho l’esigenza di conoscere gli atti dell’indagine nella loro completezza. Appena il quadro sarà chiaro, chiederò alla Procura di convocare il mio assistito per essere interrogato’.
L’avvocato Giovanni Annunziata, difensore Gian Paolo Scafarto, afferma: ‘Ho ricevuto venerdì la convocazione dei pm con i capi di imputazione che fanno riferimento all’intera attività di indagine svolta su Consip. E’ necessario, quindi, leggere prima tutti gli atti dell’indagine per affrontare un interrogatorio. Il mio assistito ha lavorato circa un anno su questo procedimento e redigendo, di fatto, quasi tutte le informative. Appena sarò pronto contatterò il procuratore capo, Giuseppe Pignatone e il sostituto Mario Palazzi, al fine di convocarci e affrontare le contestazioni che ci vengono mosse’.
‘Se ne va anche questo apparente indizio, ora aspettiamo fiduciosi l’archiviazione del procedimento, certo è che chiedere scusa forse non basterà’, dice l’avvocato Federico Bagattini, difensore di Tiziano Renzi, commentando l’accusa di falso al capitano del Noe, Giampaolo Scafarto, riguardo a circostanze che riguardano il proprio assistito nell’inchiesta Consip, in particolare il presunto incontro di Renzi senior con l’imprenditore Romeo, smentito dai nuovi accertamenti che correttamente ora riportano la frase a Italo Bocchino e non a Romeo. La frase attribuita a Romeo, ricorda l’avvocato Bagattini, era ‘Renzi l’ultima volta che l’ho incontrato’, è molto grave e risulta il commento che ci fece il Noe scrivendo che ‘questa frase assume straordinario valore e consente di inchiodare alle sue responsabilità il Renzi Tiziano’.
Cocis