Incendio a Pomezia, rischio amianto e disastro ambientale. L’Ona si costituirà parte civile

E di ieri la notizia sull’incendio dell’azienda di materiale plastico di Pomezia che ha messo in allarme l’intera città e dintorni. Una colonna di fumo nero continua ad avvolgere le zone circostanti e, da ulteriori indagini, sembra proprio che ad andare a fuoco siano anche materiali di amianto, in particolare le coperture di alcuni tetti.

Nel comunicato stampa diffuso dalla Asl, che ha chiarito di aver agito tempestivamente, con sopralluoghi e attivando una “unità di coordinamento per garantire ogni azione necessaria alla migliore tutela della salute della popolazione”, e della “tutela della sicurezza animale”, si legge che ci possa essere una “possibile presenza di coperture in cemento amianto sui capannoni dell’impianto” richiedendo “ad Arpa Lazio di poter estendere le attività di campionamento ambientale, al fine di determinare l’eventuale presenza di fibre aerodisperse; contestualmente è stato contattato il Centro Regionale Amianto della Asl Vt per concordare l’analisi dei campioni ed eventuali ulteriori accertamenti da effettuare”.

Nel comunicato stampa si aggiunge che i sindaci sono stati prontamente informati con “indicazioni a tutela della salute della popolazione” e “sono stati contattati più volte nell’arco della giornata i P.S. della Casa di Cura Sant’Anna di Pomezia e degli Ospedali di Anzio e di Albano per sincerarsi della situazione; sino alle ore 18:00 non ci sono state segnalazioni di pazienti che lamentassero sintomatologia ricollegabile all’accaduto” e “sono stati allertati i Distretti Sanitari e le Strutture Sanitarie e Sociosanitarie del territorio, fornendo alle stesse le indicazioni cui attenersi e le precauzioni da porre in essere per prevenire ogni potenziale rischio” e “sono stati immediatamente potenziati, a titolo cautelativo, gli organici dei Pronto Soccorso degli Ospedali di Anzio e di Albano , con il coinvolgimento anche della Casa di Cura S. Anna di Pomezia” ed “è stato contattato telefonicamente personale dell’Istituto Superiore di Sanità per ulteriori indicazioni da fornire alla cittadinanza in fase emergenziale”.

Inoltre, l’Azienda Asl Roma 6 ha pubblicato sul sito web (www.aslroma6.it), nella sezione ‘Informazioni’, le precauzioni ed i consigli per la popolazione delle zone interessate.

Di fronte ad un tale possibile rischio, anche l’Osservatorio Nazionale Amianto, associazione rappresentativa delle vittime e dei familiari esposti ad amianto, è scesa in campo costituendo un’unità di crisi, con medici, tecnici ed esperti per supportare qualsiasi richiesta che giungesse dalle popolazioni interessate. Tutti i cittadini potranno contattare l’associazione all’indirizzo e-mail osservatorioamianto@gmail.com e la coordinatrice nazionale Sig.ra Antonella Franchi al n. 328/4648451 e il Sig. Antonio Dal Cin al n. 0773/511463.

“Riteniamo che un impianto di deposito di plastiche, carta e altri materiali riciclati andati a fuoco possano provocare dei danni ambientali di ampie
proporzioni. Se dovesse essere confermata la presenza di materiali in amianto, specialmente nelle coperture, sui capannoni, i danni sarebbero irreversibili, con miliardi di fibre che hanno ormai contaminato tutto il territorio e che semineranno malattie e morte in tutto il circondario. Per tali motivi ci chiediamo le ragioni per le quali gli impianti ad alto rischio non abbiano ricevuto dalla ASL e dalle altre autorità le doverose disposizioni di rimuovere questi materiali a rischio, in particolare quelli di amianto. Inoltre chiediamo che la Magistratura faccia piena luce sulla vicenda. Riteniamo che sia in atto un vero e proprio disastro ambientale, le cui conseguenze, specialmente in riferimento al rischio amianto, si cominceranno ad avvertire nei prossimi decenni. Per questo motivo – conclude Ezio Bonanni, Presidente dell’Ona – ci auguriamo che siano evitate forme di esposizione ad amianto, anche dei Vigili del Fuoco intervenuti, che abbiamo visto ancora prive di maschere protettive per amianto. Infatti soltanto evitando ogni forma di esposizione all’agente killer è possibile evitare il rischio di insorgenza di queste patologie”.

 

 

Circa Luca Teolato

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