Progetto Italia News, media partner di ‘Arteperformingfestival’, che si terrà, come è noto, a Napoli, dal 10 luglio al 7 agosto prossimi, al Castel dell’Ovo, presenta oggi l’artista Beatrice Feo Filangeri che esporrà alcune sue opere al festival che si può, come è noto, idealmente e praticamente, suddividere in tre temi: femminile, madre terra e mediterraneo. Per il ‘femminile’ saranno allestite sale al primo piano, al secondo piano saranno disponibili il ‘Salone delle Velette’, altri ambienti, oltre a quattro stanzette dedicate a ‘Madre Terra’ e ‘Mediterraneo’. Beatrice con le sue opere sarà presente al primo piano nelle sale destinate al ‘Femminile’.
Il ‘Femminile’ inteso come materna, liquida e rivoluzionaria, in un percorso ancora in divenire per una affermazione definitiva dell’identità sociale del femminile.
Beatrice la possiamo ascrivere, fuor di ogni dubbio, nel ‘femminile rivoluzionario’.
Beatrice Feo Filangeri discende da una delle famiglie piu’ aristocratiche ed antiche del Mezzogiorno d’Italia: i Filangeri di Cutò, famiglia che annovera ben due Vicerè e grandi mecenati, artisti e letterati, come Giuseppe Tomasi di Lampedusa. E’ da sempre attratta dall’arte e vive tra Palermo e Roma.
Beatrice è già nota a livello nazionale ed internazionale con al suo attivo 2 Biennali di Venezia, con un curriculum che spazia da un Expo a New York, con esposizioni a Madrid, Barcellona, Milano, Roma, Toronto, Mosca, Amsterdam, Berlino e tutta la Repubblica Federale Tedesca, in cui ha esposto in permanenza, ed in esclusiva per due anni, e Abu Dabhi. A breve esporrà in Cina. E’ la caposcuola del Pop Barocco Italiano o Pop Barocco.
Beatrice coniuga artisticamente maestria di colori magicamente accostati, che spaziano dal rosa fucsia al verde luminoso, un verde quasi fosforescente. I personaggi storici raffigurati nel pop barocco di cui è caposcuola vengono dissacrati e reinventati quasi a porli al passo con la storia. L’intuizione è geniale. Personaggi storici riproposti in un Pop psichedelico. Posseduti, riproposti, violentati anche nevroticamente per trasformarli in Arte Contemporanea, riproponibili anche in spot, comunicazione e teatro puro. Riguardo al Pop Barocco, le chiesi nel corso dell’intervista di darne una definizione: ‘Il pop barocco non e’ altro che una nuova formula della pop art americana. Il termine lo coniò il critico d’arte Gianni Nappa, dopo che Philippe Daverio mi aveva inserito nei ‘nuovi barocchi’ al prestigioso premio Michetti. Le mie risorse sono il nostro patrimonio culturale e umano, specie la ritrattistica, ed i personaggi sono stravolti e ironizzati, ma leggibili. La loro storia e’ scritta davvero sulla tela come i titoli di coda di un film, nel lettino-cartiglio che e’ il ‘contenitore’ degli stessi. Apparentemente frivoli e di facile fruizione, in realta’ sono torbidi, contorti e misteriosi, una lettura piu’ attenta evidenzia molteplici rimandi simbolici esoterici e antropologici di cui sono pregni’.
Beatrice ha studiato, tra l’altro, nella scuola internazionale di ‘Arti figurative di Salisburgo’, la più antica nel suo genere in Europa. Trovo particolarmente interessante pubblicare un suo disegno fatto a matita su carta da imballaggio nel 1990. Visitando una mostra di Beatrice ascoltavo due pittori presenti che conversavano. Uno dei due diceva: ‘Vorrei avere la mano di Beatrice’. Cosa dici, intervenne l’altro: ‘Beatrice non si sposa, è sposata con l’Arte’. Di rimando il primo: ‘Cosa dici tu, io sono sposato, vorrei avere la mano di Beatrice nel disegnare. Ha una perfezione chirurgica nel disegno che esprime con tratti decisi. Appena completa il disegno lo reinventa e lo stravolge attraverso i colori’. Di meglio non avrei potuto scrivere. Nel disegno e nelle creazioni Beatrice è meravigliosa, straordinaria e suggestiva, a cui si esprime meraviglia e ammirazione.
Beatrice nel corso dell’intervista ricordava che oggi l’arte e’ specialmente business. L’artista è un’industriale che deve produrre, sotto il controllo dei grandi mercanti delle gallerie, e delle aste, che lo consacrano o lo demoliscono nell’arco di poche ore: ‘Io sono troppo libera per sottostare a qualcuno nella mia vita e nel mio lavoro. Non ci riesco e’ più forte di me… e fuggo!. Ritienimi una fortunata nel mio lavoro!’.
In realtà Beatrice diceva il vero ed è indispensabile avere un dialogo e una riflessione tra ‘Arte e Impresa’, affinché questo possa tradursi in valore per entrambi. Indispensabile per offrire una visione su come utilizzare uno dei più potenti dispositivi di attivazione del pensiero, ovvero l’arte, connessa con il più potente dispositivo di trasmissione della conoscenza, che è la comunicazione.
L’Arte è un continente ancora sconosciuto nelle aziende per le straordinarie potenzialità che può offrire in tema di leve di business e di apprendimento per le persone. Se ‘Cultura e Bellezza’ esaltano la creatività umana, che è ormai diventata il vero fattore competitivo per ogni contesto aziendale, il binomio ‘Arte e Impresa’ può diventare un vero motore di innovazione.
Bea, le chiedevo nell’intervista: ‘Un artista ha bisogno di mecenatismo?’
‘Certo, l’artista ha bisogno di mecenatismo, tutti gli artisti del passato sono divenuti famosi grazie a qualcuno che si e’ interessato di loro, cosi’ come ha bisogno di essere sostenuto dalle istituzioni. L’artista deve essere aiutato economicamente sempre, diversamente muore con la sua arte. Per me rappresenta una grande vergogna quando si chiede denaro per far esporre in gallerie le opere di un’artista, spesso piu’ che altro questi ‘galleristi’ sono solo degli ‘affitta-camere’. Tutto questo e’ ridicolo!. Bisognerebbe iniziare a comprendere che l’artista e’ un essere superiore, se no lo saremmo tutti, e bisognerebbe accogliere quelli veri con il ‘red carpet’ pagandoli! Io con Palazzo Resuttano ho fatto cosi’ per tre anni, gli artisti da noi scelti per esporre venivano gratis a Palermo, ospitati da noi con tutti gli onori, e le istituzioni non vedevano, ne’ sentivano, ne’ parlavano. E’ stata una delle operazioni piu’ importanti che ci siano state in Sicilia negli ultimi anni’.
Oscar Wilde raccontava di un artista che sapeva forgiare il bronzo e che si esprimeva soltanto creando opere con il bronzo. Un giorno ebbe un’idea creativa ma non aveva altro bronzo. Lo cercò ma scoprì che non ve ne era in tutto il mondo. Arrivò allora di fronte alla tomba della moglie dove aveva costruito una statua di bronzo per commemorare la tristezza della perdita. Subitaneamente la distrusse e con essa creò la sua nuova opera: la gioia del momento! Questo esprime che l’arte uccide se stessa. Un’opera d’arte per essere tale deve obbligatoriamente distruggere l’opera passata. Può essere questa la giusta premessa per parlare di arte contemporanea?.
‘Ah! E’ bellissimo tutto cio’. Si dipinge sulla stessa tela mille volte cancellando e ricreando, finche’ si e’ appagati e sazi. I piu’ grandi artisti contemporanei fanno e facevano cosi’. De Kooning era uno di questi, stava anni prima di terminare un dipinto, su cui tornava sopra mille volte. Sulle tele ci sono i miei pensieri, la mia razionalita’, solo attraverso la profonda comprensione delle mie opere si puo’ conoscere la mia anima e il mio sapere, non ho una cultura comune e mi intrigano le cose particolari, la semiotica, l’esoterismo e la numerologia.
Beatrice ha rappresentato nel settore Arte ‘Le Eccellenze del Made in Italy’ a Dubai e Abu Dhabi, con una grande expo del Pop Barocco al prestigiosissimo Parco Ferrari di Abu Dhabi. Ritornando ad Arteperformingfestival ed al ‘Femminile’ dove saranno esposte le opere di Beatrice possiamo soffermarci sul protagonismo femminile che parte dal contestato mito di Eva. La narrazione comprende l’avvolgimento del genere femminile nel corpo della donna, madonna, signora, e viene dalle stesse regioni in cui si verificò la disavventura della perdita del paradiso terrestre, collegato al desiderio. Se torniamo alle crociate, dove si voleva riconquistare le terre della vita terrena di Cristo, e i luoghi della sua passione, morte e resurrezione, riscoprendolo come vero dio e vero uomo, consacrarono in Maria, sua madre, tutto il genere femminile, appartenente di diritto e di fatto all’umanità piena, iniziando una storia che è quella che noi stiamo tuttora vivendo, anche sul piano artistico. Beatrice rappresenta nel festival il mito femminile con qualità, professionalità ed estro creativo. In tempi brevissimi Beatrice esporrà in Cina il suo Pop Art Barocco.
Roberto Cristiano