Ventidue persone sono morte e 59 – compresi 12 ragazzi sotto i 16 anni – sono rimaste ferite nell’esplosione avvenuta ieri sera a Manchester, alla fine di un concerto di Ariana Grande. L’attentatore ha un nome: la notizia giunge da fonti Usa che indicano nel 23enne Salman Abedi l’autore della strage.
Sarebbe cittadino britannico o di origine britannica. Lo rende noto la Bbc, precisando però che questa informazione non è stata al momento confermata da fonti ufficiali.
Rita Katz – direttrice di Site, il sito di monitoraggio delle attività jihadiste sui social media – ha diffuso tramite Twitter un messaggio dell’organizzazione nel quale il sedicente Stato Islamico rivendica la morte e il ferimento di circa 100 crociati nell’esplosione di ordigni nella città britannica di Manchester.
Per terrorizzare i miscredenti e in risposta alla loro ostilità nei Paesi dei musulmani, si legge nel testo, uno dei soldati del califfato è riuscito a piazzare ordigni esplosivi nel mezzo di assembramenti di crociati nella città britannica di Manchester. Questi ordigni sono esplosi al Manchester Arena, edificio destinato a ospitare eventi dissoluti, causando la morte di circa 30 crociati e il ferimento di altri 70. Quello che verrà dopo, si legge nella frase conclusiva del messaggio, sarà ancora più forte e dannoso per gli adoratori della croce e i loro alleati.
L’esplosione è avvenuta poco dopo le 22:30 alla Manchester Arena, dove la cantante si era appena esibita davanti a una folla composta per lo più da adolescenti. Alcuni media hanno parlato di una bomba farcita di chiodi usata come ordigno. Il capo della polizia di Manchester, Ian Hopkins, ha confermato che si è trattato di una singola esplosione provocata da un attentatore kamikaze che aveva un ordigno rudimentale che ha fatto detonare provocando questa atrocità.
Tra le vittime, ha spiegato il capo della polizia, ci sono bambini. Nei corpi di alcune delle persone coinvolte sono stati trovati bulloni, con cui era stato riempito l’ordigno. Lo hanno raccontato i parenti di alcune delle vittime, tra cui Paul Dryhurst, la cui nipote 32enne, Kelly Brewster, si ritiene sia rimasta uccisa (ufficialmente è ancora dispersa) alla Manchester Arena, dove era andata con la sorella Claire Booth e la figlia di lei, Hollie, 11 anni.
Secondo quanto riferisce la Bbc un 23enne è stato arrestato in relazione all’attentato. La polizia di Manchester, invece, fa riferimento ad altri due arresti ed effettuato una esplosione controllata, in relazione all’attacco di ieri sera Manchester. La polizia ha eseguito degli arresti, uno a Whalley Range, e uno a Fallowfield, dove vi è stata un’esplosione controllata, nell’ambito delle indagini sul’orribile attacco della scorsa notte alla Manchester Arena, si legge in un comunicato.
La deflagrazione è avvenuta nel foyer, poco lontano dalla biglietteria, mentre gli spettatori stavano iniziando a lasciare l’area, tra le più grandi in Europa, che ha una capienza di circa 20mila persone. E ieri sera, per Ariana Grande, era affollata di giovanissimi. In pochi minuti è stato il panico, con centinaia di persone che urlavano, cercando una via di fuga, come mostrano i video pubblicati sui social. La folla si è subito riversata in strada, mentre arrivavano i primi soccorsi. Tante le testimonianze dei presenti, per lo più confuse.
Ariana aveva appena finito di cantare e stava lasciando il palco – ha raccontato un testimone alla Cnn – Mi sono guardando intorno perché ho sentito un boato, e poi tanta gente che urlava e piangeva e si riversava verso l’uscita, per allontanarsi dall’arena. All’inizio si è parlato di due esplosioni, ma poi la polizia ha fatto chiarezza, specificando che si trattava di una sola deflagrazione. Pochi minuti dopo l’esplosione un secondo pacco sospetto è stato trovato poco distante dal luogo dell’attacco ed è stato fatto brillare, ma si è trattato di un falso allarme. Su Twitter, Ariana Grande si è detta ‘distrutta‘.
Si tratta del peggiore attentato nel Regno Unito dal 7 luglio del 2005, quando a Londra una serie di esplosioni causate da attentatori suicidi provocarono 56 morti.
Anche l’Unità di crisi della Farnesina e l’Ambasciata d’Italia a Londra sono in stretto contatto con le -autorità inglesi per verificare l’eventuale presenza di italiani e prestare ogni possibile assistenza ai connazionali presenti nel Regno Unito in relazione all’esplosione avvenuta a Manchester questa notte, si legge in una nota del ministero degli Esteri.
Intanto, si stanno moltiplicando in queste ore sui social media gli appelli di genitori e familiari che stanno cercando notizie dei propri figli e cari che si trovavano nella Manchester Arena. La polizia ha istituito un numero di emergenza – 0161 856 9400 – per aiutare i genitori, che magari avevano accompagnato i figli al concerto per poi andare a riprendere, a localizzare i ragazzi. Anche sui social media sono già apparsi migliaia di messaggi con l’hashtag #ManchesterMissing.