‘Il mondo ha visto cambiare in 2 anni i musei italiani e ora il Tar Lazio annulla le nomine di 5 direttori. Non ho parole, ed è meglio…’. così il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, ha commentato la notizia, anticipata dal Sole 24 Ore, secondo cui il tribunale amministrativo ha bocciato la nomina di cinque dei venti direttori dei super-musei. Secondo il quotidiano, il Tar ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per aprire le selezioni a candidati internazionali e sette dei direttori sono stranieri, tra i quali quelli del parco archeologico di Paestum e del Palazzo Ducale di Mantova, interessati direttamente dal verdetto del Tar.
Dopo il tweet, il ministro ha convocato una conferenza stampa nel corso della quale ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato: ‘Sono preoccupato per la figura che l’Italia fa nel resto del mondo, e per le conseguenze pratiche perché da oggi alcuni musei sono senza direttore’, afferma il ministro.
‘Il fatto che il Tar del Lazio annulli la nostra decisione merita il rispetto istituzionale che si deve alla giustizia amministrativa ma conferma, una volta di più, che non possiamo più essere una repubblica fondata sul cavillo e sul ricorso’, ha scritto su Facebook il segretario del Pd Matteo Renzi: ‘Non abbiamo sbagliato perché abbiamo provato a cambiare i musei: abbiamo sbagliato perché non abbiamo provato a cambiare i TAR’.
‘Le istituzioni rispettino i magistrati, chiamati semplicemente ad applicare le leggi, spesso poco chiare se non incomprensibili’, ha detto Fabio Mattei, presidente Anma, l’Associazione nazionale magistrati amministrativi sulla decisione del Tar sui direttori dei musei: ‘La nomina di dirigenti pubblici stranieri (chiamati a esercitare poteri) è vietata nel nostro ordinamento. Se si vogliono aprire la porte all’Europa – e noi siamo d’accordo – bisogna cambiare le norme, non i Tar’.