Le lezioni sbagliate che l’Europa vuol dare agli Usa.
A Taormina non c’è stato nemmeno un timido tentativo di ricomporre i cocci del vaso di terracotta che è ormai il G7. Lo dimostra il fatto che Trump e la Merkel hanno disertato la tradizionale conferenza stampa di chiusura dei lavori. Il Presidente Usa in coerenza con il suo programma ha detto, a chiare lettere, agli europei che devono spendere di più per la difesa comune , smetterla di consumare sicurezza a spese dei contribuenti statunitensi, ha mandato a rotoli l’accordo sul clima, ha polemizzato con la Germania per la sua politica commerciale, ha rimandato all’Europa tutto il peso della politica sulle migrazioni, che inevitabilmente finirà per pesare sull’Italia. Un atto dovuto la posizione sulla lotta comune al terrorismo, che rischia di disgregarsi se continuano le indiscrezioni sulle presunte confidenze Usa alla Russia, facendo dubitare dell’affidabilità americana.La potenza che ha guidato il mondo occidentale ininterrottamente dalla seconda guerra mondiale ad oggi, sta abdicando e ci sta dicendo che l’onere della guida va rinegoziato. Ciò nonostante, non è affatto detto che i cambiamenti in atto nella distribuzione mondiale, a danno del mondo occidentale e a beneficio di potenze extra occidentali, debbano per forza comportare un declino dell’occidente accompagnato da una rapida fine dell’egemonia statunitense. E non è affatto detto che l’America non possa riprendersi quella leadership che Trump sembra voler abbandonare . Per anni illustri economisti hanno detto che il processo di globalizzazione era irreversibile. Nulla di più falso perché il mondo ha conosciuto ondate di globalizzazioni seguite da da fasi di chiusure. L’idea che la Cina possa sostituire gli Stati Uniti, neo protezionisti con Trump, alla guida di questo processo di globalizzazione è fantasiosa e risibile. Il processo di globalizzazione è il frutto di società aperte come quelle occidentali e guidate da quella più aperta. La Cina con il suo regime autoritario e il suo neo colonialismo commerciale, può solo beneficiare dei frutti di questa globalizzazione che ha il suo cuore e il suo motore nelle società occidentali. Vero è invece che se gli Usa confermeranno nei prossimi anni l’intento di perseguire politiche protezionistiche ci potrebbe essere una grave crisi economica e un disordine mondiale. Tutti quelli che per anni hanno contestato la leadership degli Usa nel mondo occidentale, si accorgeranno di quanta instabilità e insicurezza si accompagnerà al vuoto di quella guida. Qualcuno ha salutato con grande entusiasmo la vittoria di Macron in Francia pensando che così l’Europa possa riprendersi il ruolo di guida del mondo occidentale e liberarsi dal giogo americano. Ma Macron ha solo evitato alla Ue il colpo mortale, perché i problemi rimangono tutti lì e di non facile soluzione. E’ per questo stato di cose che gli europei non possono dare, oggi, lezioni sbagliate agli americani. Solo dopo aver corretto i nostri tanti errori e magagne interne, potremo ricordare agli Stati Uniti che tutte le società aperte, persino quelle dotate di maggior forza economica e militare, hanno necessità di far parte di comunità più ampie nelle quali circolano liberamente merci, persone e idee.