Matteo Renzi e Angelino Alfano in un'immagine d'archivio. ANSA / ANGELO CARCONI

Legge elettorale in Aula dal 5 giugno. Tensione Pd-Ap

Si stringono i tempi sulla riforma della legge elettorale che andrà in discussione in Aula alla camera il 5 giugno mentre fibrilla la maggioranza con un durissimo botta e risposta tra Matteo Renzi e Angelino Alfano. Il relatore della legge sul sistema di voto, Emanuele Fiano, ha depositato in Commissione Affari costituzionali il maxi emendamento che recepisce l’intesa Pd-M5s-Fi.

Proteste dei partiti che non hanno sottoscritto l’accordo sulla legge elettorale  in Commissione Affari costituzionali della Camera dopo la presentazione del maxi emendamento del relatore Emanuele Fiano, per i tempi ristretti di esame. Alcuni hanno annunciato che si rivolgeranno alla presidente Laura Boldrini e Ignazio La Russa ha detto che si rivolgerà al presidente Mattarella.

Il tema crea, però, tensione all’interno della maggioranza, in particolare tra Ap e il Pd alla vigilia di una cruciale direzione del partito di Alfano. Assistiamo divertiti, attacca da Facebook il ministro,  a queste dichiarazioni sul potere di ricatto e di veto dei piccoli partiti: ‘Incredibile. Fin qui i governi li ha fatti cadere solo il Pd, peccato fossero i propri. Letta, Renzi e adesso vedremo se indurrà anche Gentiloni alle dimissioni oppure lo sfiducerà. In tutti e tre i casi, il segretario del Pd è sempre lo stesso. Piccoli partiti? Diffidare dei grandi. Questa chiamasi instabilità ma,  caro Pd,   tu chiamale, se vuoi, elezioni’.

‘Se dopo anni che sei stato al governo, hai fatto il ministro, tutto, non riesci a prendere il 5% del voto degli italiani non possiamo fermare tutto per dare un potere di veto a qualcuno. Credo che Alfano, che viene dal Ppe, non può che accettare questa legge, è quella Merkel’,  ha detto Matteo Renzi a ‘Porta a Porta’:  ‘Io ho l’impressione che è più la paura loro di non entrare in Parlamento. Alfano parla di conto salato per l’Italia? Ma di che parliamo?’.

Parole a cui ha subito replicato il ministro degli Esteri. Renzi insulta,  ha dichiarato Alfano,   ma sfugge alla domanda cruciale: fa cadere anche il governo Gentiloni oppure no?’.

 Renzi è tornato a parlare della legge elettorale. Il modello alla tedesca, ha detto il leader Pd, è un passo indietro. Noi non volevamo questo modello ma uno più semplice. Ma abbiamo perso il referendum. Ora si va a capo. Io non ero ottimista, ma è capitato che Berlusconi, Salvini, Grillo e Fratoianni hanno detto: se chiudete sul sistema tedesco noi ci stiamo. Non era questa la nostra prima scelta, ma c’è un fatto di responsabilità. E’ evidente che può esserci mancanza di maggioranza, come in Germania. Io spero che diano fiducia al Pd, se non sarà così bisognerà vedere i numeri in Parlamento.

‘La legge elettorale che si sta profilando non dà risposte rispetto a quello che ha detto la Corte costituzionale e non serve per garantire quella governabilità che è necessaria per il rilancio del Paese’, ha detto Giuliano Pisapia, leader di Campo Progressista, a margine di una riunione organizzata dall’Officina delle Idee Europa a Bruxelles. La Corte Costituzionale, ha spiegato l’ex sindaco di Milano, ha detto con grande forza che hanno rilevanza costituzionale sia la governabilità del Paese, sia la rappresentanza dei cittadini, sia la possibilità dei cittadini di conoscere e scegliere i propri candidati. Al contrario, la legge elettorale che si sta profilando non permette di fare coalizioni per l’eventuale premio di maggioranza ed è un passo indietro rispetto a quanto indicato dalla Corte Costituzionale.

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