Progetto Italia News presenta Loredana Galante, artista presente all’Artperformingfestival che si terrà a Napoli dal 10 luglio al 7 agosto prossimi

Progetto Italia News, media partner di ‘Arteperformingfestival’,  che si terrà, come è noto, a Napoli,  dal 10 luglio al 7 agosto prossimi, al Castel dell’Ovo,    presenta oggi  Loredana Galante che esporrà una sua installazione    al festival  che  si può, come è   noto, idealmente e praticamente, suddividere in tre temi: femminile, madre terra e mediterraneo. Per il ‘femminile’ saranno allestite sale al primo piano,  al secondo piano saranno disponibili il ‘Salone delle Velette’, altri ambienti, oltre a  quattro stanzette,  dedicate a ‘Madre Terra’ e ‘Mediterraneo’. La Galante  sarà presente al festival al primo piano per il tema ‘Femminile’ nel ‘Salone delle Cortigiane’

Brevi cenni biografici su Loredana:

Loredana Galante, nata a Genova,  vive tra la sua città d’origine e Milano. Artista poliedrica, ha studiato a Genova presso il liceo artistico ‘Paul Klee’ e l’ Accademia Ligustica di Belle Arti. Ha vinto la borsa di studio del centro T.A.M. (Centro trattamento artistico dei metalli) diretto da Arnaldo Pomodoro. Segue corsi e stage di danza e di teatro, come il ‘Master Iat Gong’, danza e musica dei popoli di ‘Echo Art’ e la ‘Scuola di teatro’ di ‘Quelli di Grock’ di Milano.  Si esprime  attraverso la pittura e l’installazione, ma sconfinando nella performance, affronta i temi centrali dell’umano: l’amore, la famiglia, la dipendenza emotiva, l’abbandono. Loredana ha esposto  in Italia in musei pubblici e gallerie d’arte, e a Tokyo, Dubai, Hannover, Strasburgo, Nizza e New York.

Nei precedenti articoli dedicati al festival veniva sottolineato che il ‘Femminile’   andava inteso come   ‘materno, liquido e rivoluzionario,  in un percorso ancora in divenire per una affermazione definitiva dell’identità sociale del femminile.

Per Loredana sarà necessario creare ‘galantemente’ una nuova e diversa connotazione esplicativa.  Afferma Gianni Nappa, ideatore del festival: ‘Ho invitato Loredana Galante perché incarna il femminile, nel suo ricercare gioco, fascino, glamour, natura, bellezza e quanto tra arte e comunicazione producono nelle fusioni del vintage con la visione di contemporanea mutazione, inseriti dalla memoria come elementi rivissuti attraverso l’ironia, ma anche l’attenzione al sé ed agli altri che la Galante porge nelle sue opere, nelle installazioni e nelle foto come presentazione delle sue trasformazioni interiori. L’arte non ha un alloggio stabile, è sempre in mutazione continua e Loredana con eleganza ne fa il suo linguaggio’.

Ascoltiamo l’artista: ‘Assumo consapevolezza dei miei processi emotivi, influenzo e modifico circuiti cognitivi e percezioni disfunzionali con lo studio, la meditazione  e la presenza vigile. Mi accorgo di dinamiche relazionali e di atteggiamenti esistenziali. Coltivo lo spazio neutro, dell’inclusione e dell’ascolto, esercitati anche nella mia pratica ed attività buddista. La mia attività si arricchisce di nuove competenze e di un raggio più ampio e composito di osservazione: l’operazione artistica deve avere per me potenzialità trasformative e valore contributivo’.

Fissiamo per un istante, ed attentamente, quanto dichiara Loredana   riguardo la meditazione,  il buddismo  e le potenzialità trasformative nel processo artistico.

La meditazione è, in generale, una pratica che si utilizza per raggiungere una maggiore padronanza delle attività della mente, in modo che si ponga fine ai pensieri che sorgono sì spontaneamente,  ma sono terribilmente inquinati dalle correnti del pensiero comune.

Meditare, senza addentrarsi in pratiche specifiche, vuol dire applicare quotidianamente la ‘pratica del pensiero’ fissando l’attenzione su un oggetto, ad esempio, uno stuzzicadenti o altro, ripercorrendo la strada della sua costruzione. È una pratica strettamente personale  di auto-realizzazione.

Lo scopo della meditazione, sia essa spirituale, religiosa,  o legata al  miglioramento delle condizioni psicofisiche è una scelta esclusivamente personale.

Nell’ambito della psicosintesi è definita uno stato della coscienza che può essere ottenuto mediante l’indirizzamento volontario della nostra attenzione verso un determinato oggetto (meditazione  riflessiva) o mediante la completa assenza di pensieri (meditazione recettiva).

Nella meditazione riflessiva l’oggetto della meditazione può essere rappresentato da qualsiasi cosa. Immaginate di costruire un oggetto ed avere la possibilità di ‘visualizzarlo’ nella sua totalità e completezza.

In genere nella pratica vengono utilizzate visualizzazioni di elementi che riguardano sia il mondo interiore, sia  semplici oggetti, per raggiungere un maggiore stato di concentrazione.   Questo  tipo di meditazione è spesso usato  dalla cultura occidentale.

Il primo risultato visibile e concreto, se fatta correttamente per un periodo accettabile, è dato dall’equilibrio. Equilibrio di pensiero, equilibrio di sintesi,     equilibrio di comportamento.

La meditazione recettiva ha come scopo l’assenza di pensieri e permette alla mente di raggiungere un  livello di ‘consapevolezza senza pensieri’, ovvero libero dall’attività psichica dell’essere umano, spesso  caotica e confusionaria.

Parliamo di  un tipo di meditazione tipica di numerose filosofie e religioni orientali, tra cui il buddismo. Si vede l’oggetto; ci si  accorge di vedere che si vede l’oggetto; si entra in uno stato che supera la dualità soggetto/oggetto al di là dell’espressione e della comunicazione convenzionale.  Mi fermo qui per non entrare nella meditazione trascendentale che è fuor del tema trattato visto che in queste righe si parla esclusivamente  di raggiungere  una maggiore consapevolezza di se stessi e della realtà circostante.

‘Mi avvalgo della mia sensibilità e interesse per il mondo fenomenologico dell’altro e faccio costante esercizio di ascolto, inclusione e della cura inteso come attenzione empatica. Il buddismo mi ha insegnato a vedere l’altro come un ‘perfettamente dotato’ in possesso delle risorse necessarie per vivere a proprio agio. Da parte mia faccio del mio meglio per mettere le persone in contatto con le loro risorse’, dichiara  in merito la Galante.

In pratica parla di ‘equilibrio’.       Tutte le sue  opere sono saldamente ancorate ad un piano di continuità virtuale legata allo slittamento del senso artistico e comunicativo. Loredana Galante una forma policromatica che sancisce il suo  rapporto con il disegno e la pittura che non si è mai interrotto.  L’artista sarà presente al festival con una installazione dove verrà esposta  una  sottana lunga lunga con uova, rammendi, punti a vista, un video piccolo piccolo. Sentire un senso di casa con  qualcosa di bianco, qualcosa d’ intimo, forse un segreto, forse una confessione…

Osservando i lavori e la metodologia creativa di Loredana si potrà erroneamente credere che si stia veicolando in contemporanea  una comunicazione artistico/pubblicitaria. Nulla di più falso perché attraverso pittura, scultura, collage, video, disegno e performance l’artista svela il lato visivo ed emotivo di se stessa e delle sue creazioni.

Roberto Cristiano

 

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